Cellule CAR-T contro i tumori: i "farmaci viventi" che donano speranza ai pazienti

Le CAR-T sono dei linfociti T geneticamente modificati con il preciso obiettivo di riconoscere e attaccare le cellule tumorali. Ecco come funziona la terapia

Cellule CAR-T contro i tumori: i "farmaci viventi" che donano speranza ai pazienti
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Potrebbe essere in arrivo una svolta nella lotta contro i tumori solidi. La ricerca ha infatti fatto passi da gigante, individuando nuove valide armi da impiegare contro le malattie oncologiche. Fra queste, rientrano anche i linfociti geneticamente modificati, ribattezzati cellule CAR-T.

La sfida ai tumori

Introdotte per combattere i tumori del sangue, le cellule CAR-T potrebbero essere presto utilizzate anche nel trattamento dei tumori solidi. Sarebbe un grande passo avanti che consentirebbe l'accesso a terapie precise e mirate contro le masse tumorali da eradicare. Ma cosa sono le cellule CAR-T? Si tratta di linfociti T geneticamente modificati. Questi linfociti, preposti alla nostra difesa immunitaria, subiscono una modifica che permette loro di riconoscere e attaccare soltanto le cellule tumorali.

Le risposte positive nel trattamento dei tumori del sangue sono arrivate. Basti pensare che in alcuni casi di leucemia linfoblastica acuta si è ottenuto un tasso di risposta pari al 90%. La ricerca vorrebbe andare avanti, spingendosi a utilizzare queste preziose cellule anche contro i tumori solidi. Si tratta di una sfida non facile, perché per raggiungere le masse tumorali le cellule CAR-T dovranno attraversare le barriere fisiche che le rivestono, un ambiente immunosoppressivo in grado di disattivare i linfociti nostri alleati. In particolare le CAR-T dovranno essere in grado di superare una densa e spessa matrice extracellulare poco vascolarizzata, cosa che renderà difficile penetrare all'interno della massa tumorale.

I ricercatori, tuttavia, sono ottimisti e si trovano al lavoro per dotare le CAR-T di tutte le armi possibili offerte dalle recenti innovazioni. Le cellule saranno dotate di ricettori ancor più sensibili che consentiranno loro di individuare il tumore, e avranno maggior resistenza, così da poter affrontare l'ambiente ostile intorno alla massa tumorale. Non solo. Avranno un sistema di rilascio controllato.

Si sarebbero già raggiunti i primi risultati utilizzando queste cellule in casi di glioblastoma e mesotelioma, con un tasso di risposta del 30-40%. Le CAR-T sono state inoltre utilizzate anche su tumori gastrointestinali e sarcoma.

Una speranza per il futuro

Il 2026 dovrebbe essere l'anno in cui verranno approvate le prime terapie con cellule CAR-T contro tumori solidi.

Ciò potrebbe cambiare drasticamente l'approccio a certe malattie oncologiche. Da anni, infatti, si parla di terapie sempre più mirate e personalizzate a seconda del paziente, con il progressivo abbandono dei rigidi protocolli.

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