Un festival dedicato alla bicicletta Da New York pellicole e performance

La «cinque giorni» dell'orgoglio ciclistico. Potrebbe essere questo il sottotitolo della tappa milanese (da stasera a domenica) del Bicycle Film Festival, un'invenzione «made in New York» in seguito esportata in giro per il mondo. Nelle sue due precedenti edizioni al cinema Mexico, quartiere generale della manifestazione, fu un successone. Tutto esaurito (o quasi) per assistere a film, corti, documentari, clip amatoriali e Super8 digitalizzati per lo più incentrati sulla variopinta sottocultura urbana che fa della bicicletta, nella sua concezione più radicale, uno stile di vita. Un'umanità inclassificabile, dissidente e un po' anarcoide che spazia dal popolo della massa critica ai fan della ruota a scatto fisso.
Accanto alle proiezioni della rassegna cinematografica vera e propria, concentrate nel weekend (tra i titoli più bizzarri: «Le ninjas du Japon», lungometraggio dell'italiano Giovanni Giommi sulle gesta di cinque ciclisti nipponici nel Tour del Burkina Faso; e il corto dell'argentino Mariano Pasik sul metodo adottato da Buenos Aires per misurare la vivibilità di un quartiere: vedere quanto resiste una bici lasciata slegata per strada prima di essere rubata), la terza edizione del Festival segna un aumento esponenziale di eventi collaterali. Come, ad esempio, l'happening inaugurale di questa sera alle 21 allo showroom di Cp Company in via Savona 54: il batterista dei Blonde Redhead Simone Pace suonerà dal vivo sulle immagini di «Impossible hour», film del '74 del regista danese Jørgen Leth, incentrato sui tentativi falliti di battere il record dell'ora da parte di Ole Ritter nel velodromo di Città del Messico.

Domani, invece, aprirà i battenti la collettiva d'arte e fotografia «Joy Ride» (dalle 19 al SuperstudioPiù di via Tortona 27) e si terrà la performance d'arte pubblica ribattezzata «Aeolian Ride» con tanto di corsa in sella a una bici indossando singolari tute gonfiabili illuminate dall'interno; mentre sabato, nel pomeriggio, largo all'«alleycat race» (una strana corsa: di base c'è una partenza conosciuta, nello specifico piazza San Fedele; un arrivo non sempre conosciuto; e, di norma, anche un certo numero di punti intermedi informativi) e, la sera, all'Urban Velodromo Party nel garage sotterraneo della Coop di via Arona trasformato in un mix tra pista da ballo e velodromo.
Bicycle Film Festival
Cinema Mexico, via Savona 57
da oggi a domenica

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