Fiat Auto, dati europei in chiaro scuro

Il Csp: «Il recupero del Lingotto dovrebbe rafforzarsi negli ultimi due mesi grazie alle vendite della Punto»

Pierluigi Bonora

da Milano

«In questo momento Marchionne è molto concentrato sulla controllata Cnh. È la chiara indicazione che il top manager si sente più tranquillo sull’Auto». Le mosse dell’amministratore delegato della Fiat sono seguite passo dopo passo da osservatori e analisti. Il gruppo torinese, ripulito quasi tutto il mercato dagli stock di vetture superscontate e, quindi, poco redditizie, comincia a manifestare i primi segnali di ripresa del suo core-business, cioè l’Auto. Secondo un analista interpellato dal Giornale il ritmo con cui i concessionari raccolgono gli ordini della nuova Punto (l’ultimo dato parla di 44mila) fa prevedere che il target fissato dalla Fiat di 350mila unità, nel 2006 potrà essere agevolmente superato.
«Non dobbiamo dimenticare - spiega l’analista - che la stragrande maggioranza dei contratti siglati riguarda l’Italia. Il vero impatto con l’estero non è ancora arrivato». Ieri, in proposito, l’Acea ha diramato i dati sulle immatricolazioni di automobili a ottobre in Europa. Per il gruppo Fiat si è trattato di un altro mese di transizione: la quota di mercato è infatti scesa, in un anno, dal 7,1 al 6,9% (dal 7,5 al 6,5% nei 10 mesi), mentre il raffronto con settembre (5,7%) premia l’azienda torinese. Come vendite, però, Fiat Auto è andata peggio del mercato, facendo segnare un calo del 5,3% (meno 14,3% da inizio anno). Tra i singoli marchi, Fiat ha perduto il 3,4% (meno 16,3% dall’inizio dell’anno), Lancia il 12,3% (più 4,1% da inizio anno) e Alfa Romeo il 9,1% (meno 17,5%). «Il recupero di Fiat Auto - commenta il centro studi Promotor - dovrebbe rafforzarsi negli ultimi due mesi grazie alle immatricolazioni della Grande Punto».
Tra i maggiori gruppi esteri, a ottobre registrano segni positivi, rispetto a un anno fa, le immatricolazioni di Volkswagen, DaimlerChrysler, Toyota e Lexus. In flessione, invece, Psa (male Peugeot), Ford, General Motors, Renault e Bmw. Quasi tutte in progresso le case orientali: Hyundai, Honda, Suzuki, Kia e Mitsubishi. In controtendenza Nissan e Mazda.
La striscia positiva del mercato italiano dell’automobile (più 5,5% a ottobre) non ha però contagiato le immatricolazioni negli altri Paesi. L’inattesa frenata generale dello scorso mese (meno 2,6%) va comunque letta, per il centro studi Promotor, «come un incidente di percorso, in un sia pur lento processo di ripresa del mercato continentale». Tornando al gruppo di Torino, ieri in Borsa il titolo Fiat ha perso lo 0,79% a 7,15 euro.
Per convincersi dell’avvenuta svolta gli investitori attendono probabilmente i dati del mese in corso e, soprattutto, quelli di dicembre. Nell’incontro con gli analisti seguito all’ultima trimestrale, l’amministratore delegato Marchionne aveva infatti precisato di ritenere molto importante la quota mercato italiana di uscita dal 2005.
Intanto è convinzione diffusa che Fiat Auto chiuda l’ultimo trimestre con un utile operativo, di una ventina di milioni per i più prudenti, di almeno 50 milioni per altri. «L’effetto sorpresa - osserva un operatore - in quel momento sarà fondamentale: sarà il vero segnale della svolta».


Ieri il vicepresidente della Fiat, John Elkann, ha accolto il capo di Stato polacco uscente Aleksander Kwasniewski, in visita agli stabilimenti di Fiat Auto Poland a Tychy e Bielsko Biala, nel Sud del Paese. Elkann ha consegnato alcune medaglie e onorificenze statali ai dipendenti benemeriti dell’azienda.

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