Fiat Auto, Marchionne pensa al successore

In «gara» Altavilla, Bonollo, De Meo e Ketter. La strategia Welch

Pierluigi Bonora

da Milano

Quattro candidati alla guida di Fiat Auto: una gara così importante che i giochi cominciano un anno prima. Una volta rimessa definitivamente in carreggiata la divisione di Mirafiori, Sergio Marchionne potrebbe scegliere tra i manager a lui più vicini quello destinato a prendere in mano il volante dell’azienda. In questo modo l’amministratore delegato della Fiat e ora anche di Fiat Auto, oltre ad affidare la divisione a un vero «tecnico», potrebbe concentrarsi meglio sul consolidamento dei risultati ottenuti da tutte le attività del Lingotto. La rosa dei candidati a guidare Fiat Auto, probabilmente a partire dalla seconda metà del 2007, sarebbe ristretta in questo momento a quattro nomi: Alfredo Altavilla (in pole position, secondo AutomotiveNews), Giuseppe Bonollo, Luca De Meo e Stefan Ketter, oggi rispettivamente a capo delle alleanze industriali e della joint venture in Turchia; dello sviluppo prodotto; del marchio Fiat; della produzione e qualità. Ma le ipotesi, secondo indiscrezioni, potrebbero essere aperte ad altre soluzioni. Non è escluso, infatti, che a far parte della rosa entrino altri manager del gruppo, come Antonio Baravalle, responsabile del marchio Alfa Romeo, che quest’anno dovrà risollevare le sorti della casa del Biscione grazie ai nuovi modelli e alla disponibilità di nuove motorizzazioni. Sembra comunque certo che Marchionne sceglierà il nuovo amministratore delegato dell’Auto all’interno del gruppo e per questo, da qui ai prossimi mesi, metterà i suoi manager in una sorta di competizione. I candidati, in pratica, dovranno tirarsi su ulteriormente le maniche e dimostrare di meritarsi il grado di generale della rinnovata Fiat Auto, un ruolo sicuramente non facile visti i precedenti. Quella di Marchionne è la stessa strategia applicata alla General Electric dall’ex presidente Jack Welch, battezzato tempo fa dalla rivista Fortune come «il miglior manager del secondo millennio». Anche Welch pescò all’interno dell’azienda dopo aver fatto crescere rapidamente alcuni dirigenti, mettendoli quindi in gara. «Il vero leader - recita una delle massime del guru Usa, già membro del board Fiat, che ben fotografa la situazione torinese - si deve occupare delle cose che vengono fatte e le fa insieme al team».
Fiat e Marchionne, intanto, sono sempre più legati a doppio filo. Lo si capisce dai piani di stock option che il gruppo torinese presenterà all’assemblea dei soci del 3 maggio. Nella relazione si legge, infatti, che il cda ha attribuito a all’amministratore delegato, «quale componente del compenso variabile per la carica ricoperta, opzioni per l’acquisto di 10.670.000 azioni ordinarie Fiat al prezzo di 6,583 euro per azione esercitabili dal primo giugno 2008 al primo gennaio 2011».

Ovviamente anche Marchionne è in gara con se stesso, visto che l’ultima quota di 3,5 milioni di azioni «è subordinata al raggiungimento dei prestabiliti obiettivi di redditività nel periodo di riferimento».
Di ieri, infine, sono i dati del mercato italiano dei veicoli commerciali. Per Fiat la quota di penetrazione (42,4%) è in aumento di 3,5 punti rispetto al febbraio di un anno fa.

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