Fiat, oggi il piano Marchionne: aiuti per la ricerca

L’ad presenta a sindacati e governo i nuovi modelli e gli investimenti fino al 2008. Sul tavolo i contributi statali. Vola il titolo: più 2,24%

Pierluigi Bonora

da Milano

È il giorno del piano Fiat. Oggi Sergio Marchionne illustrerà a governo e sindacati gli aggiornamenti al piano industriale del Lingotto. Il documento contiene le linee strategiche che accompagneranno il rilancio di Fiat Auto da qui al 2008. Il piano ruota attorno a 5 punti punti fondamentali: la nuova gamma prodotti e la relativa distribuzione dei modelli negli impianti produttivi italiani, il calendario dei lanci, gli investimenti e le risorse destinate a ricerca e formazione. Il piano 2006-2008 del Lingotto dovrebbe prevedere una ventina di nuovi modelli suddivisi tra i vari marchi. Marchionne presenterà a governo e sindacati anche i conti e gli obiettivi finanziari della Fiat, sottolineando come il secondo trimestre sia stato caratterizzato da importanti segnali di miglioramento: utile di competenza del gruppo di 217 milioni da una perdita nel 2004 di 246 milioni, mentre il settore delle quattro ruote ha ridotto il rosso di due terzi, portandolo da 238 a 88 milioni.
Ma dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Gianni Letta - che parteciperà all’incontro insieme ai ministri Claudio Scajola (Attività produttive), Domenico Siniscalco (Economia), Roberto Maroni (Welfare) e Letizia Moratti (Istruzione) - Marchionne cercherà soprattutto di ottenere quanto più possibile a sostegno della ricerca e della formazione. Il capitolo principale del piano, infatti, riguarderebbe i costi che il gruppo ha messo in bilancio per completare il piano di rilancio e quelli destinati alle attività di ricerca. Secondo indiscrezioni sembra che lo Stato sia disposto a intervenire con contributi corposi, a fronte di un progetto d’investimenti concreto.
Un fatto è certo: la relazione dell’amministratore delegato riguarderà solo gli impianti produttivi in Europa. E in proposito, Marchionne ribadirà ai responsabili delle sigle sindacali (Cgil-Fiom, Cisl-Fim, Uil-Uilm e Fismic) e a quelli degli enti locali che nessuno stabilimento sarà chiuso e che si continuerà a ricorrere alla cassa integrazione nonché al taglio dei costi. Cgil, Cisl e Uil, del resto, attendono da tempo di conoscere i contenuti del piano-Marchionne. E mentre il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, affermando di non attendersi grosse novità, ha anticipato che il suo sindacato chiederà «alla Fiat e al governo che a settembre si apra un confronto che abbia le modalità di una vera trattativa e non di un’assemblea», una prima rassicurazione per i sindacati è arrivata sabato scorso, con l’accordo tra azienda ed enti locali sulla salvaguardia dell’area Mirafiori. L’intesa è stata definita ieri e prevede la cessione di una fetta di 300mila metri quadrati dell’area di Mirafiori tra corso Settembrini e corso Tazzoli e di 600mila quadrati del Campo Volo, fra Torino e Rivoli. Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino hanno fissato, in altrettante delibere, i principi generali dell’accordo che dovrà essere attuato entro il 30 settembre. Per quella data sarà costituita la società di gestione, di cui la Fiat avrà il 10% di quote.
Piazza Affari si attende dall’incontro di oggi a Palazzo Chigi importanti novità: per questo anche ieri il titolo Fiat è stato oggetto di acquisti con scambi pari all’1,85% del capitale. L’azione torinese ha così guadagnato il 2,24% portandosi a 7,18 euro. Strappi così violenti, in volume e in prezzo, sono da attribuirsi, secondo un operatore, agli hedge fund al lavoro sul titolo.

Intanto, dopo che S&P ha migliorato le prospettive di Fiat da «negative» a «stabili», l’agenzia Fitch ha per ora escluso azioni sul rating del gruppo, attualmente «bb-» con prospettive negative. Fitch riconosce che il Lingotto è sulla buona strada, «ma è necessario vedere i conti dell’intero anno».

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