Fiat, Piazza Affari dà un colpo di freno

Il gruppo punta a mantenere in Italia una quota di mercato media del 30 per cento

Pierluigi Bonora

nostro inviato a Ginevra

Frena la Fiat in Borsa dopo il rally che dall’inizio dell’anno ha permesso al titolo di guadagnare il 26%. Le azioni, nel giorno della riunione del cda e delle prime indicazioni sul possibile pagamento del dividendo all’inizio del 2007, sono state oggetto di realizzi. Il titolo, nonostante il calo del 2,5%, si è comunque mantenuto sopra i 9 euro (9,05). Passo indietro anche per Ifil e Ifi. Le holding degli Agnelli hanno perso, rispettivamente, il 2,34% (4,30 euro) e l’1,74% (15,75 euro). Nel caso di Ifil i prossimi giorni diranno se lo stop di ieri è momentaneo oppure si tratta delle prime ripercussioni, a livello del mercato, dell’inchiesta giudiziaria sull’equity swap.
Ieri all’ordine del giorno del cda del Lingotto, presieduto da Luca Cordero di Montezemolo, erano i dati del 2005 relativi a Fiat Spa. Il bilancio si è chiuso con un utile di 223 milioni, rispetto alla perdita di 949 milioni registrata nel 2004. L’utile è originato essenzialmente dai proventi straordinari connessi allo scioglimento dell’accordo con Gm (856 milioni, al netto della relativa fiscalità e oneri accessori), parzialmente compensato da svalutazioni nette di partecipazioni per 429 milioni (1.641 milioni nell’esercizio precedente), dagli oneri finanziari e dagli altri costi. Il consiglio proporrà all’assemblea degli azionisti, convocata per il 3 maggio, di destinare l’utile dell’esercizio a parziale copertura delle perdite. Il cda ha anche approvato il bilancio consolidato, redatto in base ai principi contabili internazionali che, come già annunciato il 30 gennaio, chiude con un utile netto di 1,420 miliardi rispetto alla perdita di 1,579 miliardi nel 2004.
Dal Salone di Ginevra, dove ieri ha tenuto a battesimo la nuova Ferrari 599 GTB Fiorano, Montezemolo ha voluto sottolineare la svolta in corso nel gruppo di Torino («la Fiat va bene - ha detto - e tra gli obiettivi del 2006 c’è quello di avere, in Italia, una quota di mercato media del 30% che attualmente stiamo mantenendo»). La virata in direzione del risanamento viene attribuita da Montezemolo alla decisione degli Agnelli di mantenere il controllo del gruppo. «È stato un momento decisivo per la stabilità del management e per il futuro della Fiat», ha detto. E a chi gli chiedeva la possibilità di un blitz nel momento in cui le azioni torinesi avevano toccato il fondo a 4,5 euro, Montezemolo ha risposto che a essere pronti a salire sul carro «non c’erano solo due furbetti italiani, ma anche internazionali.
A Ginevra, quest’anno, il gruppo Fiat insieme a Ferrari e Maserati si è presentato a testa alta. I dati italiani sulle immatricolazioni di oggi sono attesi positivi e in linea con la tendenza degli ultimi mesi. Secondo indiscrezioni la quota mercato di Fiat Auto si sarebbe mantenuta, a febbraio, intorno al 30%. Infine, alla vigilia del Consiglio dei ministri che domani varerà il decreto sul reimpiego dei lavoratori in crisi occupazionale, l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha detto di non aver ricevuto ancora niente dal ministro del Welfare, Roberto Maroni. «La proposta che ho letto sui giornali - ha aggiunto - non è indirizzata alla Fiat, ma ad aziende che in effetti sono morte».

Il programma costerà allo Stato 6 milioni per ciascuno degli anni 2006 e 2007 e 8 milioni a decorrere dal 2008, e fino alla fine del piano, per complessivi 76 milioni di euro. L’iniziativa punta al reimpiego di 3mila persone che compiranno 50 anni entro il 2006 e prevede al massimo 10 anni di mobilità.

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