Fiera, rinnovo delle cariche «Scotta» la poltrona di Roth

I formigoniani favorevoli a prolungare il mandato all’attuale presidente. Lega e Forza Italia vorrebbero sostituirlo o col senatore Cantoni o con Ferrari

Marcello Chirico

Sull’agenda amministrativa 2006 della Regione Lombardia la prima riunione di giunta è prevista per mercoledì 18 gennaio. L’ordine del giorno ovviamente non è stato ancora redatto, ma è molto probabile che tra gli argomenti in discussione ci possa essere quello del rinnovo dei vertici di Fondazione FieraMilano, considerato che l’attuale consiglio d’amministrazione della holding fieristica milanese è in prorogatio, essendo decaduto da oltre 46 giorni. Il rinnovo dei 26 membri dovrebbe essere quindi imminente ed è atteso con trepidazione da gran parte del mondo delle imprese, soprattutto per quanto attiene la nomina del numero uno, vale a dire del presidente della prestigiosa holding. Incarico ricoperto finora da Luigi Roth, l’uomo che ha legato il proprio nome alla nascita del nuovo polo fieristico di Rho-Pero ma che - a quanto pare - non sembra più godere del gradimento di quell’area politica di centrodestra che ne aveva appoggiato tre anni fa la nomina. Quantomeno da chi, nella Cdl, non appartiene all’area filociellina del governatore Roberto Formigoni, di cui Roth è espressione.
Il fatto che al 12 gennaio 2006 la Regione, a cui di fatto spetta per Statuto l’indicazione dei nuovi nomi, non abbia ancora ottemperato a queste sue prerogative, è la dimostrazione che la riconferma degli attuali vertici possa essere data per probabile, ma non come scontata. Non è infatti nemmeno un mistero che Forza Italia punti su altri due nomi che sono quelli del senatore Giampiero Cantoni, in possesso di un curriculum «importante» tra cui la presidenza di Bnl, e di Piergiacomo Ferrari, attuale presidente di Fiera Milano Spa e artefice del rilancio internazionale dell’ente di largo Domodossola. Due nomi su cui gli azzurri avrebbero ottenuto pure il disco verde della Lega Nord, la quale ha dato la propria disponibilità a battersi affinché il «formigoniano» Roth non venga rieletto. Battendo sul principale punto debole dell’attuale presidente: il sovraccarico di nomine accumulato finora in giro per lo Stivale. Buon ultimo quello di presidente di Terna, l’ente pubblico che si occupa di tutte le centrali elettriche del Paese. A cui si aggiungono le cariche di consigliere nei cda di Telecom, Intesa Gestione Crediti, Cassa Depositi e Prestiti, e presto potrebbe aggiungersi pure un posto nel direttivo del nuovo Policlinico. Talmente tanti impegni che qualcuno - a cominciare proprio dai leghisti - ha cominciato a chiedere ad alta voce come possa un uomo solo gestire così tanti impegni e, al tempo stesso, tenere a mente tutte le problematiche di ciascun ente affidatogli. A prescindere dalle capacità di Roth, che sono note e proprio per questo difese a oltranza da Formigoni, il quale continua a tenere duro sulla rinomina del proprio fedelissimo.


In largo Domodossola, sull’argomento in questione, viene ostentato ottimismo sul fatto che un accordo su un mandato bis per Roth possa essere raggiunto, seppur con «grande fatica». Accordo di cui, ieri, nessuno - né in viale Monza, né in via Bellerio - era però al corrente. E persino dai piani alti del Pirellone è arrivato un netto «no comment». Deduzione: i giochi restano aperti.

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