La Fifa ha fifa di You Tube Guerra alle riprese negli stadi

In occasione di Colombia-Brasile Blatter ha proibito che gli spettatori entrassero allo stadio con le videocamere. Code lunghissime per le perquisizioni

La Fifa ha fifa di You Tube Guerra alle riprese negli stadi

A forza di telecronisti iperbolici che parlano di dribbling come opere d'arte, di trequartisti che disegnano assist e di attaccanti che firmano capolavori, la metamorfosi è compiuta: il calcio diventa arte, lo stadio un museo da blindare e You Tube una specie di Arsenio Lupin in grado di sgraffignare le pregiate immagini di tiri, parate e doppi passi.
La Fifa ha compiuto il primo passo per trasformare le curve in gallerie e gli steward in maschere. E per la prima volta ha vietato ai tifosi di introdurre sugli spalti videocamere o macchine fotografiche. È accaduto a Bogotà, durante la partita di qualificazione ai Mondiali 2010 tra Colombia e Brasile, tra l'altro finita con un poco artistico 0-0. Metodi spicci, confische, perquisizioni niente affatto amichevoli. Altro che le bonarie guardie che nei musei ti rimbrottano se non resisti alla tentazione di immortalare il David di Michelangelo. Peccato che, allo stadio, di antichi monumenti passibili di danni da flash non se ne trovino nemmeno con gli scavi archeologici. Al massimo si potrebbe lamentare l'attempata difesa del Milan, ma non si è mai sentito di un Maldini da restaurare dopo una foto. Insomma, l'unica cosa ad accomunare lo stadio El Campin di Bogotà agli Uffizi sono state le code, interminabili a causa dei controlli.
Ovviamente, nessun intento di conservazione dei beni sportivi muove Sepp Blatter, il quale è decisamente più sensibile ai beni patrimoniali, diritti televisivi in testa. La Fifa ha fifa di You Tube, il sito Internet che diffonde ogni tipo di materiale audiovisivo amatoriale: troppi utenti si divertono on-line guardando gratis compilation di gol e dunque stop a ogni dispositivo in grado di «rapinare» immagini dal campo. E pazienza se sulle gradinate poi sgommano i motorini. Con quelli al massimo impenni e ferisci il vicino, mica riprendi i doppi passi di Ronaldinho a sbafo.
Nell'era del calcio a colazione, pranzo e cena ogni santo giorno del santissimo palinsesto, la Fifa si riscopre iconoclasta a senso unico. Non sia mai che un tifoso possa riprendere la sua curva che canta senza pagare nell'ordine: dvd in costoso omaggio con le costose riviste ufficiali dell'esoso club, abbonamento al canale satellitare ed emittente televisiva proprietaria dei diritti, Caracol tv nel caso di Colombia-Brasile.
Senza contare che vietare i filmati amatoriali allo stadio con la pretesa di bloccare il dilagare di You Tube è un po' come pensare di difendere una banca dai ladri dando due mandate alla serratura della porta di servizio. Un provvedimento inadatto, poiché i filmati che si trovano sul sito sono in modestissima parte girati in prima persona dai tifosi, ma sono perlopiù montaggi di riprese televisive. E un provvedimento miope, poiché i video su You Tube raccolgono spesso i momenti più spettacolari, divertenti ed emozionanti del calcio e sono dei veri e propri spot per il pallone preda delle speculazioni e degli scandali.
Insomma, già i disegni delle macchine fotografiche campeggiano tra gli oggetti vietati negli stadi, insieme ad accendini, esplosivi, tappi di plastica, bevande alcoliche ed armi da fuoco, in una lista dal vago sapore demenziale. Da oggi il rischio è che l'attuazione del divieto divenga norma anche nelle competizioni Uefa e Figc, in una dilagante fobia dell'immagine fai-da-te.

Così, se da un lato ci si oppone con forza all'uso della moviola in campo e dei sensori sulla linea di porta, il governo del calcio cerca di bandire la tecnologia anche dagli spalti ed è probabile che in futuro il divieto venga esteso anche ai videofonini, cose che nemmeno le commissioni d'esame alla maturità.
D'altronde, anche al Louvre hanno da poco permesso di fotografare la Gioconda. Ma si sa, Leonardo non può più chiedere i diritti d'autore...

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