Di accuse di ogni genere, la Coca Cola è abituata a sentirsene lanciare fin dagli albori della sua carriera di marchio planetario: fa male, fa ingrassare, rende nervosi, ottenebra le pupille gustative, colonizza i mercati, appiattisce la cultura del bere, depaupera le risorse idriche eccetera eccetera. L'azienda di Atlanta ha sempre risposto punto per punto, a volte anche affrontando processi di vario genere, e uscendone sempre indenne. Ma ora, di fronte ad un documentario prodotto da un network universitario canadese, la Coca Cola Comany starebbe reagendo cercando di impedire la proiezione del film. E incamerando così una ulteriore accusa, quella di censura.
A rendere noto l'attacco dell'azienda è il gruppo di studenti e professori responsabile del documentario. La rete si chiama Cinema Politica ed è basato a Montreal. I suoi portavoce sostengono di avere ricevuto una lettera dai legali della Coca Cola che minacciano di ricorrere alle vie giudiziarie se il film verrà proiettato, come previsto, in una serie di sale canadesi, statunitensi e del resto del mondo. La portavoce di Cinema Politica, Ezra Winton, ha però fatto sapere che il suo gruppo non rivedrà i propri piani, e il documentario - prodotto con il sostegno del governo canadese, attraverso il National Film Board - verrà regolarmente messo in programmazione, a partire dalla settimana prossima, presso la sala della Concordia University di Montreal, per poi iniziare il suo tour in numerose località nordamericane. Successivamente il documentario dovrebbe venire diffuso anche in Svezia, Norvegia e Nuova Zelanda. «Abbiamo parlato con i vertici del National Film Board e con i nostri legali - ha sostenuto Ezra Winton - e per noi è tutto a posto. É nostro diritto proiettare il film, ed è quello che faremo»
Il film, intitolato «The Coca Cola case», mette in collegamento l'azienda con una serie di violazioni dei diritti umani e tattiche antisindacali in Colombia e Guatemala. Nella lettera inviata ai responsabili di Cinema Politica, i legali dell'azienda «si riservano ogni diritto e iniziativa in relazione a eventuali proiezioni future della pellicola». Secondo i dirigenti di Atlanta, «le accuse infondate che ci vengono mosse nel documentario sono già state prese in esame da vari tribunali in Colombia e negli Stati Uniti, come pure dall'International Labor Organization e da studi legali indipendenti. Tutti hanno concluso che gli imbottigliatori della Coca Cola in Colombia utilizzano normali relazioni con diversi sindacati e garantiscono condizioni di lavoro sicure».
Secondo Ezra Winton, la reazione di Coca Cola servirà solo a dare maggiore risalto al documentario.
Cinema Politica è un network che raccoglie cinquantacinque produtto in Canada e un'altra dozzina nel resto del mondo.
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