Da Assisi parte la corsa per una nuova finanza sostenibile orientata allo sviluppo delle nazioni più in difficoltà, alla lotta alle disuguaglianze e al contrasto a problematiche ritenute comuni. Il 21 maggio scorso l'Ong australiana Global Foundation ha infatti aperto proprio nella città di San Francesco una serie di dialoghi sul tema, proseguita il giorno successivo e spostatasi poi a Roma per la conclusione il 23 maggio scorso.
I promotori dell'evento chiedono che un serio discorso sulla riforma dell'architettura finaziaria internazionale in senso antropocentrico e finalizzato allo sviluppo umano integrale sia vitale. Lo insegna Papa Francesco nell'enciclica Laudato Sì; lo mostrano esperienze come quelle del microcredito nei Paesi in via di sviluppo, con la capacità di mettere le logiche di comunità davanti a quelle del profitto; lo conferma, infine, la crescente responsabilità assunta in materia di sostenibilità da investitori e decisori di tutto il mondo in campo finanziario. I convenuti al summit prendono, nei loro comunicati conclusivi, una posizione netta: "Al fine di garantire un futuro sostenibile e pacifico per tutti, compresa la possibilità di garantire un pianeta vivibile per le generazioni future, dobbiamo far virare i mercati finanziari al servizio della realizzazione degli obiettivi dell'accordo di Parigi e degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Ciò può essere ottenuto attraverso la riforma dell’architettura finanziaria internazionale per creare e gestire un piano di transizione globale per la finanza".
Da Assisi, città simbolo per la moderna dottrina sociale di ispirazione cristiana, sede dei raduni del summit The Economy of Francesco è partito un appello al G20 e, in particolare, alla sua presidenza di turno indonesiana per includere nei panel del summit una discussione sul tema della finanza sostenibile. Domandandosi se l'attuale mondo della finanza "sia effettivamente al servizio dei popoli, del pianeta e della loro prosperità attuale e futura", e di formulare linee guida politiche specifiche per sostenere con maggiore coerenza il sistema finanziario globale e la sua supervisione e regolamentazione nel rispetto dell’Accordo di Parigi.
Molti i partecipanti di peso, a partire dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini, a cui si sono aggiunti due importanti esponenti dell'amministrazione vaticana, il Segretario per le Relazioni con gli Stati Paul Gallagher e quello per lo Sviluppo Umano Integrale Alessandra Smerilli, oltre a Giuseppe Parigi, vicedirettore di Banca d'Italia per le comunicazioni.
Il documento concluso dai relatori ha segnalato una serie di punti fermi. In primo luogo, quello legato alla necessità di vincolare nuovamente la finanza agli obiettivi di sviluppo sociale e economico in un mondo che vede il reddito distribuito in modo troppo disuguale, con l'1% delle famiglie che possiede il 43% della ricchezza globale. In secondo luogo, ciò deve essere fatto guardando all'impronta climatica del sistema: "Negli ultimi duecento anni il Pil mondiale è cresciuto di venti volte", scrivono gli estensori del documento, "ma nello stesso periodo, le emissioni globali di gas serra sono aumentati di oltre 150 volte". Gli impatti di ciò ora sono inequivocabili e "il sistema finanziario che finanziato questa situazione pericolosa è una parte essenziale" di qualsiasi piano di transizione ecologica e lotta alle disuguaglianze e, "se riformato e riproposto, probabilmente la chiave per trovare una soluzione ai problemi dello sviluppo umano".
Dopo la Grande Recessione 2007-2008 e la crisi del senso di onnipotenza della finanza una vera svolta strutturale non si è ancora verificata. La strutturazione della finanza sostenibile a Stella Polare degli investitori, sulla scia di un movimento che sta già gradualmente prendendo piede, può rispondere all'esigenza di stabilità dei mercati. I promotori del forum di Assisi coniano l'espressione di globalizzazione cooperativa per segnalare la loro volontà di rimettere al centro l'uomo, lo sviluppo e l'ambiente al posto della semplice speculazione. Secondo l'economista Stefano Zamagni, la crescita della finanza sostenibile permetterebbe di intervenire alla radice del problema economico: il dominio di un'anarchia individualista insita nell'attuale sistema finanziario in cui, nota lo studioso su Avvenire, "ognuno svolge il suo ruolo separando la propria azione dal contesto generale, rifiutandosi di accettare che, anche se solo amministrativamente, era parte dell’ingranaggio".
Le soluzioni proposte sono ispirate alla logica della cooperazione e dell'ecologia civile: subordinare la ricerca dell'efficienza da parte dei mercati finanziari all'allocazione delle risorse su progetti ad alto tasso di crescita sociale prima ancora che economica; investire in progetti finalizzati all'inclusione tra le varie aree del mondo; sostenere la transizione energetica tenendo in mente la necessità di renderla democratica e non costosa per i cittadini più svantaggiati.
Un "calcio d'inizio" di una partita che al G20 autunnale potrà contin uare proprio in uno di quei Paesi in via di sviluppo a cui la nuova era della finanza sostenibile su scala globale è principalmente rivolta, l'Indonesia. Rendendo Assisi una capitale "morale" del mondo che va nascendo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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