Numeri enormi e in continua crescita. Il mercato della Finanza sostenibile rappresenta, oramai, uno dei grandi asset macro-economici verso cui tutti i soggetti del circuito finanziario - dai piccoli risparmiatori alle grandi imprese sino alle banche centrali - guardano con sempre maggiore attenzione e che potrebbe rappresentare il centro di un nuovo sistema di investimenti per lo sviluppo sostenibile globale.
Tra strategie internazionali, incertezze economiche e contraddizioni varie, la green finance, attraverso gli Esg, rappresenta, comunque la si guardi, un mercato in espansione se si considera che nel 2018 le cifre economiche erano in crescita del +26% rispetto all'anno precedente aggirandosi su 250miliardi di dollari circa grazie soprattutto all'espansione delle obbligazioni verdi e degli eco-prestiti.
Restano ancora tanti interrogativi, soprattutto se si considera il fatto che il settore è ancora molto giovane (la principale spinta propulsiva nasce nel 2015 con l'Agenda 2030 dell'Onu e gli Accordi sul Clima) mentre l'orizzonte, in termini finanziari, sono di lungo termine; tutto lascia presagire, però, che non si tratterà di una nuova "bolla" ma di un settore portante del mercato finanziario globale.
Non a caso nel marzo 2018 la Commissione Europea ha pubblicato un "Piano d'Azione per la finanza sostenibile" con cui vengono definite le strategie e le misure per promuovere e realizzare un sistema sostenibile che poggi, principalmente, sugli Esg, Irs e sui green bond come strumenti finanziari.
Gli ISR e gli ESG
Gli Investimenti socialmente responsabili (ISR) rappresentano le fondamenta del mercato della finanza sostenibile. Si tratta di investimenti il cui obiettivo, in termini di profitto, poggia anche sull'ottenimento di risultati attraverso strategie basate su di un modello ecosostenibile frutto di best practice, anche in termini di governance.
Nel 2020, nel solo vecchio continente, i fondi di investimento sostenibile hanno avuto un giro d'affari da 223 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto all'anno precedente. A definire se un investimento è sostenibile sono gli ESG, acronimo che sta per Environmental, Social and Governance, intesi come i tre fattori centrali nella misurazione della qualità e quantità dell'investimento fatto in termini di sostenibilità.
Il sistema dei green bond e blue bond
Solo nel 2017, soprattutto con l'impegno dei governi centrali, sono stati emessi oltre 180miliardi di dollari di green bond a livello globale che continuano ad espandersi se si considera il lancio, a partire del 2018, dei water o blue bond. Si tratta di obbligazione che, al termine di un determinato periodo di tempo, restituiscono una cifra investita con ricadute green (efficienza energetica, edilizia eco-compatibile, nuovi modelli di gestione, trattamento e smaltimento dei rifiuti) con i relativi interessi.
Come sottolineato dall'Ispi “le emissioni di green bonds, vale a dire le obbligazioni vincolate a spese dedicate all’ambiente, valevano l’anno scorso 300 miliardi di dollari ed entro due anni potrebbero raggiungere la soglia dei mille. Più in generale, gli strumenti finanziari ESG tra cui rientrano anche le obbligazioni verdi, valgono ormai dieci volte tanto e nel terzo trimestre 2021 hanno quasi toccato quota 4mila miliardi di dollari”.
Che investe in Finanza sostenibile e cosa succede nell'Ue
Se da un lato i governi spingono verso soluzioni finanziarie green, dall'altro le imprese (non soltanto le big come in precedenza) sono sempre più attente ma i veri investitori di questo mercato, sono i risparmiatori e consumatori, a partire dai Millennials. "La COP26 ha chiarito che il finanziamento della transizione ecologica arriverà in gran parte dai privati, non guidati da intenti solidaristici ma da opportunità di profitto per i propri azionisti".
Sotto il profilo delle istituzioni comunitarie - come scritto in un articolo de ilGiornale.It - dallo European Green Deal l'Ue si è attivata con sempre maggiore interesse sulle politiche si sostegno e promozione della finanza sostenibile riducendo, in brevissimo tempo, il divario con il mercato Nord americano diventando “leader” mondiale.
Con l’Action plan on sustainable finance del 2018, inoltre, l'Ue ha preso posizione sul versante di un’economia che riduca il proprio impatto ambientale con in investimento, nel breve periodo di 180 miliardi di euro all’anno.
La grande innovazione, però, si avrà nel 2022 quando entrerà in vigore una
"tassonomia" della finanza sostenibile, cioè la classificazione delle attività economiche che possono essere definite sostenibili secondo specifici criteri ed ambiti di intervento:- mitigazione del cambiamento climatico;
- adattamento al cambiamento climatico;
- uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
- transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
- prevenzione e controllo dell’inquinamento;
- protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.
Inoltre, per essere eco-sostenibili si dovrà:
- contribuire positivamente ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali;
- non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo;
- essere svolta nel rispetto di garanzie sociali minime (per esempio, quelle previste dalle linee guida dell’OCSE e dai documenti delle Nazioni Unite).
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