Tra una commessa e un'altra, Fincantieri prepara un nuovo giro di assunzioni. Il più importante gruppo navale europeo ha in agenda il dispiego di nuove, urgenti risorse da mettere in campo nei prossimi anni per soddisfare il ricco portafoglio ordini che arriva fino al 2029 e consta di 86 navi con un backlog di 22,2 miliardi di euro. Il big della navalmeccanica guidato dall'ad Pierroberto Folgiero ha però bisogno di manodopera specializzata: mancano saldatori, carpentieri, molatori, tubisti e allestitori.
Per questo, già dal 2024 entreranno a far parte dell'organico aziendale 90 figure professionali nell'ambito di un progetto pilota che spera di attrarre quanti più giovani possibili. La strategia è immaginata in due fasi. Si parte dall'investimento sulla formazione di nuovi innesti reclutati all'estero. In Paesi come Tunisia, Marocco, Ghana, Filippine e Vietnam, il colosso cantieristico ha in programma l'apertura di scuole e centri di formazione con lo scopo di portare in Italia manodopera qualificata. L'azienda organizzerà anche corsi di specializzazione e di lingua per favorire l'integrazione dei dipendenti stranieri. Senza dimenticare il benessere dei lavoratori, una priorità testimoniata dalle politiche di welfare quali l'assistenza sanitaria integrata e gli asili nido aziendali introdotti nel 2022 a Trieste e Monfalcone. La seconda fase, denominata «industrializzazione intelligente», si focalizzerà invece sulla robotizzazione dei processi di produzione. Il che, contrariamente a quanto si possa pensare, non comporterà in nessun caso un effetto «sostituzione»: le macchine in questione non rimpiazzeranno gli umani, bensì li assisteranno e ridurranno i tempi di esecuzione. E gli esempi non mancano. Dal sodalizio con Comau, controllata della famiglia Stellantis con sede a Torino attiva nella robotica, è nato il Mobile Robot for Weld o «MR4WELD», robot mobile per la saldatura presentato lo scorso anno a Monaco di Baviera durante la fiera «Automatica». Il ricorso a queste soluzioni automatizzate, come già spiegato, non pregiudicherà le mansioni degli operai, ma ottimizzerà le operazioni durante la costruzione navale, in particolare quelle a basso valore aggiunto. Grazie alla collaborazione con l'Istituto italiano di tecnologia è in arrivo invece «ergoCub», robot umanoide simile a «MR4WELD» che utilizzerà modelli e algoritmi per calcolare i rischi di infortunio all'interno delle fabbriche.
Focus, quindi, sull'intelligenza artificiale, considerata la chiave per la gestione della robotizzazione dei processi di produzione. La spinta tecnologica globale su questo fronte coinvolge inevitabilmente anche Fincantieri. La multinazionale dal cuore triestino crede nelle potenzialità di questo strumento non solo per migliorare i processi produttivi, ma come elemento indispensabile delle unità navali del futuro.
Nel triennio 2019-2021, Fincantieri ha impiegato 9.762 persone, di cui due terzi nella costruzione di navi mercantili. Da qui la necessità di ampliare le maestranze, in virtù dei progetti approvati da consegnare entro la fine del decennio. Tra questi, il contratto firmato con Ocean Infinity per la flotta a guida autonoma «Armada». La sussidiaria norvegese Vard sta realizzando sei di tali imbarcazioni robotizzate. Per quanto riguarda il settore militare, confermate le fregate lanciamissili commissionate dalla Us Navy ispirate al programma italo-francese Fremm.
Un'altra novità, riproposta proprio in questi giorni al World Defense Show di Riyad, è la serie di corvette Fcx-30, che il costruttore promette di consegnare in appena 32 mesi.
Fincantieri naviga dunque a gonfie vele verso il conseguimento del traguardo prefissato nel piano industriale 2023-27: diventare leader mondiale nella realizzazione e gestione di navi digitali e green a vita intera per i settori del turismo, della difesa e dell'energia.
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