Il «fine» di Renzi non giustifica i mezzi che usa

Caro Direttore, avendo ripescato qualche giudizio di Karl Kraus sulla politica, riporto un paio di amari e sempre attuali aforismi del sulfureo giornalista e scrittore austriaco le cui parole erano molto temute dal potere, ma apprezzate dai cittadini: «Ritengo la politica una maniera eccellente per risolvere i problemi della vita, per lo meno quanto lo è il gioco dei tarocchi. E siccome c'è gente che vive del gioco dei tarocchi, non vedo perché non debba esistere anche la professione del politico, tanto più che costui guadagna sempre a spese di chi non gioca». Altra riflessione da Guido Ceronetti: «È impossibile governare senza mentire. Il successore di uno che governa mentendo non può far altro che, dopo aver denunciato (mentendo) quelle menzogne, seguitare a sgranarle variandole di pochissimo nel tono e nella forma». Concludo con Giuseppe Prezzolini che, alla voce «Politica» del suo Ideario, così descrive la stessa: «Chi non è capace di mentire, di imbrogliare, di sottintendere, di far l'istrione fa meglio a scegliere un altro mestiere». Cosa ne pensa?

Gabriele Barabino

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Caro Barabino, non c'è nulla di nuovo sotto il cielo della politica, intesa come arte di conquistare e mantenere il potere. Ben prima di Prezzolini e Ceronetti, Virgilio e Omero si sono dedicati alla pratica di narrare l'intrigo e l'inganno con discreto successo. Ricorda? A scuola ci hanno fatto una capa tanto, alcuni passi dell'Iliade e dell'Odissea dovevamo saperli a memoria, pena non superare l'anno. Quindi di che ci lamentiamo? I più bravi di noi, diciamo i più portati, quei trucchetti in cui eccellevano Ulisse, Achille, Paride, Enea e soci li hanno messi in pratica e sono diventati politici.

Cioè maestri nell'arte di simulare e dissimulare perché, come sosteneva Machiavelli, il fine giustifica i mezzi. Il problema di noi contemporanei è che il «fine» che ha in mente Renzi, a occhio, a noi ci farà finire male.

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