Roma - "Non credo che si voti a marzo. Berlusconi ha detto di avere le chiavi per interpretare Bossi, veda se con le chiavi apre la porta perché la legislatura vada avanti. Ora Berlusconi ha il dovere di dimostrare che vuole governare". In un'intervista ad Annozero, il presidente della Camera, assicura di "non auspicare né la crisi né le elezioni anticipate". Pur aprendo al lodo Alfano ("Non ho nulla da obiettare"), l'ex An avverte: "La famosa terza gamba, che qualcuno ha esorcizzato, si è di fatto costituita. Non è più sufficiente presentare le proposte nella maggioranza ma sarà necessario concordarle".
Il futuro della maggioranza "Il presidente della Camera ha il dovere di rappresentare le istituzioni e di guidare i lavori della Camera nel rispetto delle regole, e io non sono mai venuto meno al mio dovere". Poi continua: "Il presidente della Camera non è nè può essere il capo di un partito, infatti io non sono presidente di Fli ma ricordo che politici come Spadolini e anche altri in tempi più recenti hanno svolto attività politica e non c’è nulla di male se lo faccio anch’io". Fini, quindi, ribadisce la propria intenzione di non dimettersi dal più alto scranno di Montecitorio: "Se mi si contestasse un comportamento non rispettoso del mio ruolo non esiterei a dimettermi".
Verso maggioranze alternative "Chi conosce la Costituzione ha la risposta obbligata e ieri anche Berlusconi ha candidamente spiegato che spetta al presidente della Repubblica verificare se c’è la possibilità di un’altra maggioranza", continua a ragionare Fini ipotizzando con Santoro gli scenari che si aprirebbero in caso di crisi di governo. Alla domanda su un eventuale governo tecnico, Fini tuttavia glissa: "Sono ipotesi che fioriscono come fiori a primavera in caso di crisi di governo". Quanto ai suoi rapporti con i centristi Casini e Rutelli, il presidente della Camera spiega che ci sono "valutazioni comuni su alcune questioni come il fatto che noi cerchiamo di unire e non di dividere, rispettiamo le istituzioni e abbiamo il valore dell’identità nazionale".
Il lodo Alfano "Il lodo costituzionale non è né lesivo della Costituzione né per gli interessi dei cittadini, nè polemico verso i magistrati. Non ho nulla da obiettare", spiega il presidente della Camera definendo "inaccettabili norme retroattive che cancellino i processi e neghino la giustizia per tante vittime". Ma boccia l'idea avanzata dal premier di costituire una commissione d'inchiesta che indaghi sulla magistratura: "Una proposta comprensibile in un comizio ma rapidamente archiviata, perché il nostro è un sistema che prevede la divisione tra i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, e quindi sarebbe un guazzabuglio". "Nella magistratura - sostiene Fini - come in tutte le categorie, ci sono tante persone per bene e qualche mela marcia ma bisogna evitare giudizi duri in un momento in cui si consegna un bazooka ad un procuratore".
L'appartamento a Montecarlo "Si ricorda la parabola della pagliuzza e della trave?", torna a chiedere Fini a proposito dell'appartamento di Montecarlo. "Io sono felice perché da trent'anni in Parlamento mi hanno radiografato, qualcuno aveva auspicato il metodo Boffo. Ma se dopo tutto questo e quanto si è speso siamo alla casa di Montecarlo... Quante travi negli occhi altrui...". "Io sono stato colpito in termini familiari ma anche politici, altro che accanimento", continua il presidente della Camera ripetendo di avere "tutto il diritto di sapere la verità ma anche se alcune azioni di informazione sono state favorite". "Il tempo è galantuomo, la Procura di Roma sta facendo le indagini e io non sono indagato - continua l'ex leader di An - io a differenza di altri non strillo".
La privatizzazione della Rai "Fuori i partiti dalla Rai". Nell’intervista ad Annozero, Fini chiede un cambiamento radicale per viale Mazzini: "Ora è arrivato il momento di privatizzare l’azienda". L'ex An non esclude, infatti, iniziative parlamentari di Futuro e libertà che vadano proprio in questa direzione.
Immediata la stoccata di Francesco Storace: "Ci auguriamo che comincino a starne fuori anche i cognati". Duro anche il leader Idv, Antonio Di Pietro: "A Fini dico che dovrebbe cominciare a mettere fuori dalla Rai tutti coloro che sono di nomina politica, anche quelli a lui vicini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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