Firmavano in commissariato e poi facevano stupri e rapine

Sgominata una banda che per giorni aveva seminato il terrore nell’area di Tor Vergata

Firmavano in commissariato e poi facevano stupri e rapine

Sorvegliati speciali con l’obbligo di firma al commissariato Viminale, dopo aver salutato alle otto di sera ispettori e poliziotti i «bravi ragazzi» dell’Arancia meccanica salivano sul trenino per Pantano, poi sul bus, scendevano tra i vialoni deserti di Tor Vergata, adocchiavano le vittime e giù botte, rapine e stupri. Due settimane di terrore. Prima l’assalto alla coppietta di ventenni appartata su una Panda in via Gravina di Puglia il 10 settembre: «Abbiamo sentito il fragore dei vetri rotti, poi quelle belve si sono avventate su di noi». Quindi, nove giorni dopo, l’aggressione in via Nicolosi a due fidanzati di 35 e 28 anni finiti in ospedale con prognosi di 30 e 40 giorni. Racconterà lei agli inquirenti: «Avevano addirittura una bottiglia d’acqua con loro, per eliminare ogni traccia m’hanno costretta a lavarmi». Coi volti semicoperti, cacciaviti e taglierini in pugno, guanti di lattice sulle mani, il branco si muoveva, dunque, con fare da professionista. E dopo la nottata di violenza se ne tornavano al commissariato per la firma del mattino. A Marin Romica Ceausu, classe 1974, e ai suoi compagni Georgean Codrut Ugureanu e Marius Vasile Costantin, di 21 e vent’anni, tutti romeni, clandestini e senza fissa dimora, gli agenti della IV sezione della squadra mobile sono arrivati partendo da una flebile traccia lasciata dal cellulare rubato al primo ragazzo. Ma all’appello manca ancora un quarto uomo. «Il segnale della cellula agganciata al telefono - spiega il dirigente Dania Manti - ci ha portati a un tale che ha detto di averlo acquistato al mercato di Porta Portese. Siamo risaliti fino a un ricettatore romeno, sbattuto in carcere proprio tra il 10 e il 19 del mese e con base in un campo nomadi a sud della città». Cominciano gli appostamenti, finché da una stamberga spunta fuori un tipo alto e dalla corporatura robusta, uno dei possibili aggressori così come descritti dalle vittime. I poliziotti lo seguono fino a vederlo, con sorpresa, fare visita ai colleghi di via del Viminale. Sabato scorso quelli della IV sono di nuovo alle calcagna dei tre. Alle 20 Marin & Co. firmano e, dopo due ore, sono su viale Oxford.

La vittima designata è una giovane nigeriana. L’intervento degli agenti scongiura il peggio. Sequestro di persona, rapina e violenza sessuale, sono questi i reati contestati ai tre, in attesa che il gip ne convalidi l’arresto.

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