Washington - La ripresa economica mondiale procede "meglio delle attese", sebbene a intensità variabile nelle diverse regioni del Globo. A trainare il recupero sono i Paesi emergenti, mentre nelle economie avanzate "la forza del rimbalzo resta moderata" e messa a rischio dai crescenti debiti pubblici e dalla difficile situazione del mercato del lavoro. E soprattutto l’Europa resta relegata nelle retrovie. In linea con il Vecchio Continente, fa fatica l’economia italiana che crescerà dello 0,8% quest’anno e dell’1,2% il prossimo.
La ripresa globale La diagnosi è del Fondo monetario internazionale che nel rapporto di aprile ha rivisto al rialzo le stime fissate a ottobre. In particolare, il Pil mondiale crescerà del 4,2% quest’anno e del 4,3% il prossimo, un punto in più rispetto alle previsioni d’autunno. Nel complesso il prodotto dei Paesi industrializzati salirà rispettivamente del 2,3 e del 2,4%, mentre in quelli emergenti il balzo sarà del 6,3% nel 2010 e del 6,5% nel 2011. L’analisi del Fondo promuove gli Usa, il cui Pil aumenterà "sorprendentemente" del 3,1% quest’anno e del 2,6% il prossimo. Bocciata invece Eurolandia, ancorata a un modesto incremento dell’1% nel 2010 e dell’1,5% nel 2011. A pesare, sostengono gli economisti di Washington, sono gli squilibri di bilancio e delle partite correnti in molti Paesi della zona. Oltre alle preoccupazioni accese dalla crisi greca che "potrebbe contagiare altri Paesi vulnerabili dell’area" e minacciano "la normalizzazione delle condizioni sui mercati finanziari". E di conseguenza soffre anche l’Italia: crescita tagliata allo 0,8% per quest’anno (-0,2% rispetto a gennaio) e all’1,2% per il prossimo (-0,1%).
Indietro i Paesi più sviluppati Insomma, nei Paesi più sviluppati la ripresa "sarà relativamente lenta" e "fragile". Per questo il Fondo invita i Governi a "realizzare pienamente i piani di stimolo previsti per il 2010, a eccezione di quei Paesi che stanno soffrendo forti incrementi nei premi di rischio che dovranno iniziare da subito a rimettere a posto i bilanci". Per tutti gli altri il risanamento potrà cominciare nel 2011, a patto però che sin da subito "disegnino e mettano a punto strategie di aggiustamento fiscale credibili". Per fortuna l’inflazione resta fredda e dunque "la politica monetaria può rimanere accomodante" e i tassi "eccezionalmente bassi" A preoccupare però è anche l’alto livello raggiunto dalla disoccupazione che "pone grandi problemi sociali". Il numero dei senza lavoro nelle economie avanzate "è previsto rimanere vicino al 9% fino a tutto il 2011 e poi declinare solo lentamente". Dunque, osserva il rapporto, "dove possibile, le politiche macroeconomiche dovranno continuare a sostenere appropriatamente la ripresa" e "allo stesso tempo favorire la flessibilità salariale e fornire aiuto adeguato ai disoccupati". A brindare sembrano invece destinati i Paesi emergenti e in via di sviluppo. Per la Cina il Fondo prevede una crescita del 10% quest’anno e del 9,9% il prossimo. E l’India farà poco peggio, con una stima di aumento del Pil pari rispettivamente al 8,8% e all’8,4%. Spetterà a loro guidare il resto del Mondo definitivamente fuori delle secche della recessione.
Ridotta la stima del pil italiano Fa fatica l’economia italiana che crescerà dello 0,8% quest’anno e dell’1,2% il prossimo. La previsione è contenuta nel Rapporto di primavera del Fondo monetario internazionale e rivede al ribasso, rispettivamente dello 0,2% e dello 0,1%, quanto stimato dai tecnici di Washington nel gennaio scorso. Un dato leggermente inferiore anche agli auspici del Governo che nella nota di aggiornamento del programma di stabilità ha previsto un incremento del prodotto pari all’1,1% nel 2010. La disoccupazione è destinata a salire all’8,7% quest’anno per poi scendere marginalmente all’8,6% il prossimo. Sotto controllo l’inflazione che l’Fmi prevede attestarsi all’1,4% nel 2010 e all’1,7% nel 2011. Per quanto riguarda i conti pubblici, il rapporto tra deficit strutturale e Pil è stimato al 3,5%, mentre il debito dovrebbe chiudere l’anno al 118,6%. In calo il disavanzo delle partite correnti che dovrebbe risultare pari al 2,8% quest’anno e al 2,7% il prossimo.
L'allarme disoccupazione "L’alta disoccupazione pone grandi problemi sociali". Secondo l'Fmi nelle economie avanzate il numero dei senza lavoro "è destinato a rimanere vicino al 9% fino al 2011 per poi declinare solo lentamente". Per questo, affermano i tecnici dell’istituzione di Washington nel loro Rapporto economico mondiale di primavera, "le politiche macroeconomiche devono continuare a sostenere in modo appropriato la ripresa" e, "allo stesso tempo", devono "favorire la flessibilità salariale e dare aiuto adeguato ai disoccupati". I numeri sono terribili. Il tasso di disoccupazione si attesterà negli Stati Uniti al 9,4% quest’anno per poi scendere all’8,3%. Nella zona dell’euro i disoccupati resteranno invece al 10,5% sia nel 2010 che nel 2011. In questo quadro si difende l’Italia dove i senza lavoro sono previsti pari rispettivamente all’8,7% e all’8,6% nei due anni. A picco la Spagna, dove le stime arrivano al 19,4% nel 2010 e al 18,7% nel 2011. E il problema, sottolinea il Fondo, "è anche più ampio di quanto le statistiche non suggeriscano. Molti degli occupati, infatti, stanno lavorando a orario ridotto e a tempo determinato. Ad altri piacerebbe trovare un lavoro ma si sono arresi e dunque non vengono più registrati come disoccupati nelle statistiche".
Insomma, dati certi non ce ne sono "ma", conclude il Rapporto, "quelli disponibili suggeriscono che il tasso di disoccupazione potrebbe essere più alto di una cifra compresa tra il 25 e il 50% rispetto ai numeri ufficiali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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