da Milano
Dopo la crescita zero del 2005, il Pil dellItalia metterà a segno questanno e il prossimo unespansione dell1,5%. Ne è convinto il Fondo monetario internazionale, che nella bozza del World Economic Outlook rivede al rialzo anche le stime relative allintera Eurolandia, considerata tuttavia ancora soggetta a possibili choc interni ed esterni. Da qui linvito rivolto alla Bce a muoversi cautamente sul fronte dei tassi dopo la decisione con cui, allinizio del mese, listituto guidato da Jean-Claude Trichet ha alzato il costo del denaro al 2,50%.
L1,5% di crescita individuato dagli esperti di Washington si colloca nella parte alta della forchetta (1,3-1,5%) annunciata la scorsa settimana dal ministro dellEconomia Giulio Tremonti come livello potenziale di sviluppo per il 2005 nel nostro Paese. Si tratta di un ritmo comunque inferiore alla media europea 2006, pari al 2%, e a quella mondiale (4,8%), oltre che non sufficiente - secondo il Fondo diretto da Rodrigo Rato - a ridurre lo squilibrio dei conti pubblici. Il Fmi segnala anzi lItalia e il Portogallo come i due Paesi in cui nel 2005 «il deficit fiscale è cresciuto bruscamente», una tendenza negativa destinata a proseguire anche questanno, al termine del quale il disavanzo si attesterà al 3,9%, e il prossimo (4%). Le previsioni del Fondo (che colloca il debito pubblico al 108,8% del Pil nel 2006 e al 109,1% nel 2007) contrastano insomma con lanalisi decisamente più ottimistica diffusa dalla Bce la scorsa settimana nel Bollettino mensile, in cui si definiva «ragionevole» lazione di risanamento intrapresa dal governo per riportare entro il 2007 il rapporto tra il deficit e il Pil sotto il 3%, così come indicata dal Patto di stabilità.
Landamento economico del nostro Paese e delleuro zona in generale resta comunque condizionato dalleventuale riacutizzarsi del caro petrolio e da un rafforzamento delleuro, mentre si rendono necessarie «politiche di bilancio più ambiziose» e lattuazione delle riforme strutturali. «La ripresa in Europa si sta rafforzando», dice il World Economic Outlook, ma continuerà a dipendere dalla domanda globale. Proprio in occasione della riunione in cui era stato deciso di ritoccare verso lalto i tassi, Trichet aveva ricordato il ruolo di motore della ripresa svolto dalla domanda mondiale, cui poi si era aggiunto anche il contributo degli investimenti. Allappello mancano ancora i consumi privati, invocati dal banchiere francese come terzo tassello per completare il puzzle della recovery europea.
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