Focosi o freddi sotto le lenzuola Dipende da un gene «galeotto»

Individuato nel Dna l’«interruttore» del piacere: è il recettore DRD4, in grado di far scattare la libido

da Roma

Focosi, ardenti di desiderio di fronte a stimoli sessuali e soliti a perdervi in irrefrenabili fantasie erotiche, oppure freddini, con una sessualità che arde come una flebile fiammella? Le differenze individuali nel desiderio sessuale potrebbero avere anche basi genetiche e, secondo quanto riferito sulla rivista Molecular Psychiatry, hanno a che fare con un gene che produce il recettore della dopamina, il neurotrasmettitore del piacere. Gli esperti dell'Università di Gerusalemme hanno analizzato il Dna di un gruppo di volontari trovando due versioni distinte del gene per il recettore dopaminergico DRD4: una versione legata ad un ardente desiderio sessuale, l'altra a una libidine un po’ più fievole e smorzata. Gli psichiatri e i genetisti, diretti da Richard Ebstein, hanno anche stimato che la comparsa sulla scena evolutiva del «gene del desiderio» si può far risalire a un ’«epoca» più recente: la «libidinosa» versione del gene DRD4, infatti, sembra esser apparsa nella nostra specie (Homo sapiens) 50.000 anni or sono ed oggi è presente solo nel 30% degli individui contro una frequenza del 60% dell'altra versione del gene, di origine più antica. La sessualità è uno degli ambiti della nostra vita vissuti con maggiori sfaccettature individuali: il desiderio, l'eccitazione, le performance sessuali differiscono da persona a persona, in alcune risultando un vulcano di passione esplosiva, in altre invece rasentando o sfociando nel disturbo sessuale come mancanza di desiderio e defaillance nel rapporto sessuale. Da sempre si è pensato che questi diversi «quadretti» del comportamento sessuale fossero dipinti dal pennello di differenti geni, ma finora poche informazioni si avevano a riguardo. Gli esperti hanno cercato di venire a capo delle basi genetiche degli individui con una carica sessuale dirompente e di quelli, invece, con una libidine più spenta. A tale scopo i ricercatori hanno analizzato il Dna di un gruppo di individui (148 studenti e studentesse universitarie), i quali sono stati sottoposti anche ad accuratissimi e articolati questionari per valutare l'ardore del desiderio, l'eccitazione, le performance sessuali di ciascuno. Confrontando queste informazioni con i risultati dell'analisi genetica è emerso che differenti comportamenti sessuali e diverso modo di esprimere e rapportarsi con la propria sessualità corrispondono a differenti versioni del gene DRD4. Questo gene produce un recettore delle cellule nervose, ovvero un interruttore posto alla superficie dei neuroni che viene acceso da messaggeri chimici, i neurotrasmettitori. In particolare DRD4 è acceso dalla dopamina, il neurotrasmettitore associato al piacere, per esempio al piacere indotto dal cibo, dalle droghe e, ovviamente, dal sesso. Gli esperti hanno trovato nella popolazione analizzata due principali versioni di DRD4 e sono riusciti a legarne ciascuna a un differente comportamento e attitudine a vivere la propria sessualità.

La versione di più recente origine è quella che fa capo a un ardore più acceso, si ritrova cioè più spesso nel Dna di individui che hanno maggior slancio e trasporto sessuali. Essa si trova oggi nel 30% delle persone e sembra essere comparsa 50 mila anni fa, in concomitanza con l'espansione dell'uomo moderno dalla sua culla africana.

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