Una folla inviperita per la notizia della copia del Corano data alle fiamme dieci giorni prima negli Stati Uniti; un gruppo di talebani che approfittano delloccasione e sinfiltrano tra i manifestanti; lassalto alla sede Onu e il brutale massacro di 13 persone (ma secondo fonti Onu potrebbero essere venti), otto delle quali stranieri e due delle quali sono state atrocemente decapitate; un funzionario russo ferito e una italiana fortunatamente illesa. Sono questi gli ingredienti del sanguinoso episodio avvenuto ieri a Mazar-i-Sharif, importante città nel nord dellAfghanistan.
Allorigine di tanto orrore la fanatica stupidità dellintegralismo religioso di una coppia di pastori protestanti della Florida, non nuovi a episodi di irresponsabile provocazione, e la collaudata bestialità dei cosiddetti studenti coranici afghani, i famigerati talebani abituati a esercitare ogni genere di violenza pur di affermare lautorità della versione più estremista della legge islamica.
Lincontro virtuale di questi due fondamentalismi ha portato ieri a unesplosione di violenza che purtroppo non era difficile da pronosticare. Già nel luglio scorso, infatti, il reverendo Terry Jones aveva lanciato la Giornata internazionale del Corano alle fiamme, suscitando unondata di proteste e numerose minacce di morte per lui e il suo assistente Wayne Sapp, oltre che unimpennata del rischio terrorismo negli Stati Uniti e per le truppe occidentali in Afghanistan e in Irak.
Quella volta il disastro era stato evitato per tempo grazie allintervento addirittura dellFbi, che impedì lassurda azione programmata simbolicamente per l11 settembre, anniversario degli attentati contro le Torri Gemelle. Ma lo scorso 21 marzo non è andata altrettanto bene: Jones e Sapp sono riusciti a compiere la loro bravata, la cui eco ha infiammato oltre ogni limite - anche grazie allopera sciagurata dei talebani - gli animi dei musulmani afghani. Così ieri, a Mazar-i-Sharif, si è compiuta la tragedia. Una folla furibonda, aizzata e debitamente infiltrata dai fanatici dellislam integralista, si è diretta verso la locale sede dellOnu. Ben presto la manifestazione è degenerata in un violento assalto e nonostante lopposizione delle forze di sicurezza i talebani sono penetrati nei locali, dove hanno dato sfogo alla loro brutalità uccidendo sette persone innocenti, tre europei di nazionalità romena, norvegese e svedese e cinque militari Gurkha nepalesi. Negli scontri, secondo il governatore afghano della regione, sono rimasti uccisi anche cinque manifestanti e ne sono stati feriti tra 20 e 30. Ma secondo fonti Onu anonime il totale delle vittime potrebbe raggiungere la cifra di 20.
Lattacco alla sede Onu, totalmente ingiustificabile anche perché manca un qualsiasi nesso tra la provocazione compiuta in un angolo sperduto dellAmerica profonda e le Nazioni Unite, ha suscitato le reazioni indignate del segretario generale dellOnu Ban Ki Moon e di tutte le istituzioni e le cancellerie occidentali.
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