Formigoni alza la voce: "Per la Lombardia manovra insostenibile"

Alla Lombardia 3 miliardi di tagli. Il governatore: "Sforzo abnorme, ma credo che Expo sia indenne". Gibelli: "Nessun allarme, il federalismo fiscale non è a rischio"

Formigoni alza la voce: 
"Per la Lombardia 
manovra insostenibile"

«Bene l’entità complessiva della manovra, ma chiedo che sia ripartita proporzionalmente su tutte le componenti dello Stato». Altrimenti sarà «insostenibile» e «squilibrata». Alza i toni e la voce il governatore Roberto Formigoni che ieri sera ha incontrato il premier Silvio Berlusconi nella residenza romana di Palazzo Grazioli. «L’intervento che ci è stato illustrato - spiega - taglia il 30 per cento dei bilanci delle Regioni, ma taglia molto meno i bilanci ad esempio dei ministeri. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma in modo equilibrato e proporzionato».
Anche perché per la Lombardia si parla di 3 miliardi di euro da tagliare in due anni. Ancora peggio del previsto nella nuova versione rispetto all’allarme già lanciato l’altro giorno da Romano Colozzi, assessore regionale al Bilancio e coordinatore della commissione Affari finanziari delle Regioni. E allora anche Formigoni perde la pazienza. La manovra del governo «non è sostenibile per le Regioni», attacca. E «non è equilibrata» perché alle Regioni è chiesto «uno sforzo abnorme». Assicura di esser «consapevole della difficoltà del momento che è di carattere internazionale» e si dice convinto che «occorrano provvedimenti forti». Che «ognuno debba fare la propria parte per permettere all’Italia di uscire dalla situazione critica creatasi negli ultimi due anni». La Lombardia è «disponibile a farsi carico di una parte della manovra, ma quanto finora prospettato non è sostenibile per le Regioni». E, tra l’altro, «metterebbe a repentaglio e a forte rischio anche il federalismo fiscale». Immediata la replica del ministro Giulio Tremonti. «Sulle Regioni - manda a dire - la riduzione è di circa il 4,5 per cento: è consistente, ma non è una cifra insostenibile».
Parola di ministro che trova un alleato nella Lega. «Non si toglie niente alle Regioni - la replica dura del ministro delle Riforme Umberto Bossi - E il federalismo non è a rischio». I tagli? «Le Regioni avranno la possibilità di mettere le loro tasse, perché questo prevede la seconda parte del federalismo». Dal Pirellone gli fa eco il vicepresidente leghista Andrea Gibelli. «Con la manovra senza dubbio anche la nostra Regione subirebbe importanti ripercussioni, ma tutto ciò mai potrebbe mettere a repentaglio l’attuazione del federalismo fiscale. Dobbiamo tenere separate le questioni, valutando le implicazioni che la manovra del governo avrebbe sulla nostra Regione, ma cercando di attivare tutti gli strumenti virtuosi per migliorare la situazione. Gli articoli 116 e 119 della Costituzione saranno fatti avanzare dalla Lega contemporaneamente e senza balbettamenti».
Parole che non convincono l’anima ex an del centrodestra. «Speriamo - interviene l’assessore Romano La Russa - che i tagli non vadano a colpire ancora una volta e soprattutto le regioni virtuose come la Lombardia. Mettendo sullo stesso piano regioni che sono sempre rimaste nei limiti stabiliti dai tetti di spesa ad altre che spesso hanno sperperato i soldi dei contribuenti». E Formigoni ricorda che si prevede un taglio di 11,8 miliardi di euro per le Regioni nel loro complesso e per la Lombardia di 1,5 miliardi all'anno per due anni. Su un bilancio autonomo di 5 miliardi all'anno: un ridimensionamento di 3 miliardi su 10, pari cioè al 30 per cento. Il che «metterebbe a rischio tutte le politiche attive della Lombardia: servizi sociali, politiche per le imprese, politiche ambientali e istruzione». E allora la richiesta è di ripensarci. «Chiediamo al governo - l’invito - di rivedere la distribuzione dei pesi della manovra.

Magari attribuendo alle Regioni gli stessi tagli che sopportano i ministeri e gli altri comparti dello Stato». E ora? «Si potrà trovare una soluzione - assicura Formigoni - Lavoreremo con il governo e con il ministro Tremonti per stabilire misure che garantiscano la sostenibilità».

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