Governatore e vicepresidente della Regione dalla parte di Letizia Moratti. Anche se i toni sono diversi. Roberto Formigoni, Pdl, e Andrea Gibelli, Lega, ieri hanno confermato e rinsaldato il loro sostegno alla battaglia della Moratti e del centrodestra per Milano.
«Se i moderati confrontano i programmi, voteranno Moratti», ha detto Formigoni, osservando che nel programma della sinistra «esistono punti inaccettabili per i moderati e i riformisti». La giornata era iniziata con un confronto anche polemico fra i due, dopo l’intevista in tv del governatore, dai toni molto istituzionali: «La mia cultura è istituzionale al cento per cento - aveva detto -. Ho collaborato in passato con sindaci, presidenti e governi di diverso colore politico. Io mi batto in campagna elettorale per convincere i miei concittadini a fare la scelta che ritengo più opportuna per il territorio, dopo di che - aggiunge - il giorno delle elezioni si pronunciano i cittadini e il giorno dopo le elezioni io collaboro con colui o con coloro che i cittadini mi indicano».
È intervenuto quindi Gibelli, capodelegazione della Lega al Pirellone: «Ritengo che oggi sia più importante fare squadra senza dare segnali che rischierebbero ancora una volta di dare messaggi ambigui al nostro elettorato». «La collaborazione - ha spiegato Gibelli - è ovvia e scontata visto che siamo in un regime di democrazia, ma sul piano politico esistono notevoli distanze culturali tra la coalizione di centrodestra più la Lega e quella di estrema sinistra che esprime il candidato Pisapia, che sono infatti inconciliabili con il nostro sistema di valori. «Mettere in dubbio la limpida posizione del presidente Formigoni, come fa Andrea Gibelli è fuorviante e offensivo», gli ha replicato il capogruppo del Pdl Paolo Valentini.
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