Al Forte Prenestino è la festa del non lavoro

Non ti va proprio di lavorare? A 30 anni non sei ancora neppure laureato? Allora, Forte Prenestino è il posto giusto per te. Il Primo maggio, festa dei lavoratori, quelli del centro sociale festeggiano i 24 anni di occupazione e la ventottesima Festa del Non lavoro.
Un programma che più festaiolo non si può. Si comincia già stasera con musica new radical dance, disco punk, synth pop, e per finire un bel documentario lesbo japanese per gli amanti del genere. Poi domani, e soprattutto sabato 1 maggio, musica a go go per tutti i palati: jazz, folk, rock, pop. Pezzo forte della serata conclusiva er Piotta, il mago del rap, ugola del Supercafone. Ovviamente per ogni serata si paga. Poco, ma si paga.
La vita è troppo stressante per lavorare, sembra che vogliano dire al Forte. In realtà loro sostengono che la festa è contro le morti bianche sul lavoro, lo sfruttamento, eccetera. Insomma, tu mi vuoi sfruttare? E io non lavoro. E come campi? Boh. Godiamocela. Ci sono tanti modi. Basta dare un’occhiata sul sito www.forteprenestino.net. Feste, musica, teatro. Nei locali del Forte organizzano anche corsi di alpinismo orizzontale, di erboristeria. Per gli amanti della due ruote c’è un’officina per riparare la bici. Non manca lo spazio per il wi-fi libero.
Ma se proprio niente ti soddisfa, dicono al centro sociale, l’occasione per divertirsi si trova lo stesso. Quelli del Forte sono noti per avere organizzato per circa dieci anni di seguito la «Festa del Raccolto». Una festa famosa in tutta Roma, con carovane in marcia da mezza Italia. Tutti a correre. I manifesti recavano l’immagine inequivocabile della piantina verde, la canapa indiana. Altro che rivoluzione proletaria, altro che Che Guevara. Ora, però, da un po’ di tempo al centro sociale si sono evoluti e figurano fra gli organizzatori principali della Cannabis Cup Italia, una sorta di coppa dei campioni dei «coltivatori» e «produttori». Con tanto di espositori, commissione giudicatrice, iscrizioni. L’ultima edizione, la terza, è del 9 dicembre 2009. «Abbiamo cercato di rendere il Forte accogliente - si legge in un comunicato su un sito on-line - Abbiamo offerto lo spazio più grande e meglio attrezzato a disposizione per la giuria».
I 25 giudici erano, a quanto pare, il meglio che potesse offrire il mercato. Il presidente: un palato fine come pochi, il giudizio ammirato. Tra i partecipanti, anche «i malati del Pic (Pazienti Impazienti Cannabis), - si legge - con i quali il Forte ha un percorso comune da 15 anni». Tutto in libertà, tutto alla luce del sole. L’importante è divertirsi. Non lavorare, come dice la Festa. Semmai la considerazione da fare è un’altra. Se lavorare è stressante, in compenso tirare le uova e la frutta marcia addosso al presidente della Regione, e visto che ci siamo, anche a quello della Provincia e al portavoce dei partigiani dell’Anpi, in compenso può essere molto piu gratificante.
Solo casualmente, ci mancherebbe, la polizia, la Digos della Questura di Roma diretta da Lamberto Giannini, ha denunciato alla magistratura due giovani del Forte Prenestino fra i contestatori del 25 aprile a Porta San Paolo. La Digos è al lavoro con le immagini video. Sono loro, non sono loro? Chi lo sa.

La denuncia non è sinonimo di colpevolezza. Ma il gesto è stato condannato da tutto il mondo politico, soprattutto dall’Associazione partigiani. Tirare le uova? Per chi non ha altri messaggi da lanciare, è l’unica. In ogni caso, è sempre meglio che lavorare.

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