La gallina è un animale intelligente, lo si capisce da come... fa le uova

Vallortigara racconta come funziona il cervello di zecche, pesci, cani e altri "amici" dell'uomo

La gallina è un animale intelligente, lo si capisce da come... fa le uova

Giorgio è un animale che studia altri animali. No, non chiedetemi che animale è, perché già se studia altri animali è della nostra stessa specie, un umano. Sto parlando di Giorgio Vallortigara, tra i più grandi neuroetologi italiani: i suoi studi sono noti in tutto il mondo. Ma anche le sue conferenze divulgative, e i suoi saggi divulgativi, e il noto fascino che esercita sul pubblico. Io lo definisco il Freddie Mercury delle neuroscienze.

Insomma, è appena uscito il suo nuovo libro, A spasso con il cane Luna, pubblicato da Adelphi, che come tutti i suoi libri è denso di racconti affascinanti, ognuno su una specie animale diversa, ma ognuno che riguarda anche noi, animali che si sopravvalutano un po' troppo, credendo di essere molto speciali. Quando ci siamo da appena duecentomila anni, cosa volete che siano rispetto alle spugne, che ne hanno seicento milioni, o al celacanto, pesce che ha 400 milioni di anni. Le altre specie hanno molto da insegnarci, anche per questo Vallortigara si è specializzato sui minicervelli, come i pulcini di pollo (non hanno nessuna esperienza appena usciti dall'uovo ma Vallortigara ha provato come abbiano già nozioni di fisica e anche di matematica).

Questo suo ultimo libro è un'altra delizia piena di storie, e sono sempre storie di coscienza, la coscienza degli altri animali. Perfino delle zecche. Il barone Jakob von Uexküll, per esempio, ha studiato per anni proprio le zecche. Ha una biografia molto complicata: sarebbe stato considerato un grande etologo, ma era convinto che la natura corrispondesse a un grande piano (mmm...). Ebbe molta più fama Konrad Lorenz, nonostante quest'ultimo avesse simpatie per il nazismo, mentre Uexküll si oppose al regime hitleriano dopo l'invasione della Polonia. A riprova che nella scienza contano i fatti, non la politica.

Tornando alle zecche, cosa sentirà una zecca? È un aracnide che può restare su un ramo per tempi lunghissimi, mesi, settimane (per Uexküll addirittura anni), immobile, per poi sentire l'odore di acido butirrico emesso dalla pelle di un mammifero e lasciarsi cadere sul potenziale ospite (mettiamo un cane), penetrarne la pelle per succhiarne il sangue, e poi lasciarsi cadere per deporre le uova. La pazienza di una zecca. Ma anche la coscienza (chi può dire cosa sente una zecca?), così come la coscienza di ogni altro animale: sono i tarli di Vallortigara (tarli intesi come ossessioni dei suoi studi, non penso abbia studiato anche i tarli, in ogni caso anche i tarli hanno una coscienza).

Vallortigara, che in molti studi ha dimostrato come le galline siano intelligenti (in realtà ogni animale ha una sua intelligenza specifica), nei suoi racconti scientifici ma piacevolmente narrativi, sfata anche molti luoghi comuni sulla domesticazione, ossia sulla selezione artificiale (quella compiuta da noi umani), per esempio per far crescere le galline più velocemente (per mangiarle) o fargli produrre più uova. Si tenderebbe a pensare che il pollo rosso della giungla, che appartiene alla famiglia originaria, sia più intelligente di quelle addomesticate. Non è così. Da esperimenti in cui gli animali dovevano imparare a discriminare due barrette in base al loro colore, ignorandole l'orientamento, verticale o orizzontale, «i risultati sono sorprendenti: le galline a alta produzione di uova apprendevano prima il compito e erano più veloci a adattarsi quando le esigenze per l'ottenimento della ricompensa venivano rovesciate, mostrando perciò flessibilità e apprendimento». Si deve ancora capire, però, come abbia influito sul comportamento e sul cervello l'effetto di una selezione finalizzata a produrre più uova.

Un passaggio importante: «Si paventa spesso che l'esito secondario dei processi di selezione genetica debbe essere negativo, anche quando i tratti desiderati magari riconosciuti come utili (vedi le ansie e le polemiche suscitate dagli OGM), dimenticando tuttavia l'indole affettuosa dei nostri amati golden retriver, così come le loro orecchie flosce, sono caratteristiche che riflettono questi processi».

Anche perché i nostri amati cani, fino a poco più di diecimila anni fa, non esistevano, sono processi di selezione artificiale compiuti di noi umani sul lupo, prima selezionando gli esemplari più docili, e poi perfino la morfologia. Rendendo i cani più collaborativi e empatici con noi di un lupo, da cui discendono. Per esempio se in difficoltà ci chiedono aiuto, un lupo non lo fa (ma molto altro a riguardo lo trovate nel libro).

Quindi, cos'è l'intelligenza? Una risposta scientifica, spiega Vallortigara, in assoluto non c'è. La capacità di risolvere i problemi? Prendiamo un tipo di fungo, che non è neppure un fungo, né una pianta: è un mixomiceto, un tipo di eucauriote che non appartiene ai regni degli animali, delle piante o dei funghi: un blob. Non ha cervello, non ha neuroni organizzati in una rete diffusa come le meduse: il blob è costituito da una sola cellula. Tuttavia, sentite qui: se lo fate a pezzettini e li spargete in un labirinto, il Physarum polycephalum (questo il nome scientifico del blob), i pezzettini non solo di ringiungono (come il Terminator T-1000), ma trovano anche l'uscita del labirinto.

Nelle storie vallortigariane troverete anche pesci che si guardano allo specchio, formicaleoni, planarie che anche lì se ne tagli una in tre si riforma in tre planarie portandosi dietro anche la memoria, api che si intendono d'arte, e molte altre avventure nel mondo animale (inclusi noi).

L'unica cosa che non torna di Vallortigara è se lo avete anche come amico, come il sottoscritto.

Voglio dire, passa la vita a studiare l'intelligenza dei minicervelli, mosche, pesci zebra, alghe, blob, ma anche il simpatico cane Luna (scoprirete chi è), e quando gli chiedo qualcosa su uno dei miei due cani, Ginger e Candy, due mezzi chihuahua mezzi non si sa cosa, mi risponde sempre, perfido: «Cosa vuoi che capiscano, i tuoi sono gli unici cani che avranno a malapena un neurone in due».

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