A Garlasco mancava solo Corona

Il paparazzo vuole ingaggiare le gemelle

A Garlasco mancava solo Corona
Garlasco (Pavia) - Parcheggia la vistosissima Bentley nera davanti al ristorante «Lo scoglio». Poi, visto che nessuno se lo fila, Fabrizio Corona chiede un fiammifero ad un cameraman della Rai accampato nel locale. Messaggio raccolto, i giornalisti accorrono come se fosse stato catturato l’assassino di Chiara; lui si presenta sventolando spavaldo la sua filosofia: «Non sono qui per cercare pubblicità».

Certo che no, è qui per le due gemelle Cappa, Paola e Stefania, le ineffabili icone sbucate direttamente dentro lo schermo per raccontarci meglio di un manuale com’è fatta la nuova generazione dei ventenni che allungano l’adolescenza velineggiando e hanno un solo problemuccio: non distinguono più la realtà dal reality. Corona, il fotografo di Vallettopoli, l’ormai ex marito di Nina Moric, è qui per loro: «Sono due personaggi interessanti. I personaggi più interessanti di una storia che potrebbe diventare la storia dell’anno».
Come dargli torto. Paola Cappa il sabato precedente il delitto aveva tentato il suicidio, il lunedì ha visto morire la cugina, il martedì insieme alla sorella ha realizzato il fotomontaggio che ritraeva tutte e tre insieme: le gemelle e Chiara. Reality appunto, perché a quanto pare i rapporti con Chiara non erano poi dei migliori; per fortuna, nel pomeriggio, una mano pietosa toglie quella luccicante finzione dal cancello di casa Poggi.

Difficile raccapezzarsi, ma Corona ci riesce benissimo. E, ancora una volta, è il più veloce a spargere, come fosse zucchero, un velo di televisività su questa terribile vicenda: «Vi ricordo che sono stato in galera 80 giorni e ora faccio il mio lavoro. Mi occupo anche di giornalismo come ho fatto con Patrizia e Azouz, anche questo è giornalismo prestato alla cronaca rosa». Ma sì, lui presidia quella porta girevole che ormai collega drammi feroci e tubo catodico. È successo proprio con Azouz, protagonista del dramma indicibile di Erba, eppure anche quell’orrore è stato manipolato fino a diventare un possibile format, un’esclusiva, un bagliore di visibilità.

«Sono qui per fare il mio lavoro e forse ottenere un’esclusiva», ribatte il fotografo dei vip, il cellulare in pugno come una macchina fotografica, gli occhiali scuri firmati Corona’s, il piglio che non ammette repliche. Com’è andata esattamente? Il 14 luglio - i manifesti in piazza lo confermano - Corona si è esibito alla discoteca «Le Rotonde», quella in cui Stefania e Paola erano pr. Si sono conosciuti quel giorno? Lui le ha contattate? O forse sono state loro, protese verso il davanzale televisivo, a cercare il contatto? Difficile capire esattamente la dinamica, cambia poco o forse lui è venuto a regalare le sue magliette e poi, si vedrà. Il paparazzo più ingombrante d’Italia nicchia: «I personaggi più interessanti sono tre: Alberto e le cugine, le cugine, le cugine. Forse le conosco già».

Non è semplice districarsi fra vero, verosimile e vox populi, ma non è questo, almeno per ora, il problema.

Un cronista gli fa notare che il re del porno Riccardo Schicchi ha bocciato la corsa delle gemelle verso i riflettori: «Certo - entra duro Corona - per lui è adatto allo spettacolo chi è alto 1 metro e 80 e ha la quarta. Ma non è vero, chiunque è portato allo spettacolo, come dice Andy Warhol bastano cinque minuti di celebrità».

Ermanno Cappa, il padre delle due ragazze, al telefono tenta di riportare la misura del lutto: «Non conosciamo quel signore e non vogliamo conoscerlo. Vogliamo essere lasciati in pace». L’esclusiva? «Tutte cretinate». Anche la mamma, asserragliata nella villetta a un passo dalle «Rotonde», si difende come può: «Abbiamo altri problemi». Ma poi viene avvistata insieme a Stefania in centro, a fare shopping. La rincorsa riprende. Corona se n’è andato concedendo dalla Bentley un’ultima perla: «Il fotomontaggio? Una mossa alla Corona». Il capitolo di un romanzo di cappa e corona.
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