(...) cari a Garrone. Una sorpresa perché, come ha detto spiritosamente Monica, lunica cosa bella del pomeriggio è stata la «tavolata» gastronomica dallimmancabile «Edilio» prima della gara, con capotavola proprio il presidente Garrone. Monica ha fatto colpo a tavola ma soprattutto in tribuna. Lei, del resto, lambiente giornalistico e mondano lo ha conosciuto molto bene, essendo stata redattrice apprezzata di «Amica» e poi inviata di «TelePiù». Moda e gossip, dunque, lhanno avuta come protagonista. Accanto o meglio attorno a lei, appunto, il gioviale presidente Garrone (più divertente del solito), il consorte ovviamente, principe del foro genovese, elegantissimo, quasi un manichino uscito da preziosi atelier, il più che raffinato manager Andrea Meneguzzi (per lui vestirsi di cachemire è come sorseggiare un bicchier dacqua), limmancabile professor Andrea Chiapuzzo, Emanuele Dotto e Luigi Dalle Luche.
Garrone, si è lasciato andare al ricordo (spinto anche da straordinari «porcini al funghetto») raccontando quando da bimbo doveva diventare un grande violinista: «I miei genitori - ha spiegato - volevano farmi imparare il violino. Mi mandarono da un egregio maestro, il professor Gatti. Alla quarta lezione, ho spaccato larchetto, ho gettato via il violino ed ho pensato a altro...». Piacevole ed applaudito racconto: solo così oggi abbiamo un grande imprenditore e un eccellente presidente di calcio. Vedere Garrone infatti, al Carlo Felice, non come consigliere damministrazione, ma come primo violino sarebbe stato per la città comunque certamente un evento.
Monica, al campo, si è annoiata molto. Ha solo sussurrato: «Che brutta partita, se continua così non mi porteranno più allo stadio. Per fortuna abbiamo mangiato benissimo!». La Contessa (donna certamente da copertina) aveva stivaletti firmati, tuta nera, e soprattutto capelli biondi a pioggia fascinosamente mossi («Sembra una ancor più sanguigna Mara Venier» ha detto qualcuno) ed è stata la vera attrazione della partita.
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