Una pausa di riflessione prima di decidere se e quando si potranno ritirare altri soldati dall'Irak. Il generale David Petraeus, comandante delle truppe americane nel Paese, ha scelto, insieme all'ambasciatore Ryan Crocker, l'approccio più difficile nella sua difficile testimonianza davanti al Congresso a Washington.
Da buon militare, ha preferito un sano realismo nel descrivere la situazione e le prospettive dell'Irak, chiedendo di mantenere abbastanza truppe per poter fronteggiare eventuali crisi con la necessaria flessibilità. Il ritiro delle truppe addizionali inviate dal presidente Bush lo scorso anno sarà completato a luglio, portando il totale dei soldati statunitensi a 140.000, con 15 brigate operative. Secondo Petraeus servirà una pausa di 45 giorni, fino a settembre, a questo livello, poi si potrà valutare se sia possibile effettuare altri tagli, sempre che tutto vada bene. «La situazione è migliorata - ha detto il generale - e continua a migliorare, ma i successi ottenuti sono fragili e potrebbero essere compromessi qualora decidessimo di ritirare troppo in fretta le nostre truppe».
A dispetto di quello che speravano i leader democratici, Petraeus non ha legittimato alcuna tabella di marcia per il ritiro delle truppe o per una accelerazione del passaggio delle responsabilità agli iracheni. Il generale ha spiegato che questo in parte è dovuto al continuo supporto che l'Iran fornisce alla guerriglia sciita. In compenso la Siria ha aumentato i controlli alle frontiere e ridotto così l'afflusso di combattenti e terroristi. Petraeus conferma anche che Al Qaida, se non battuta, certo continua a perdere sostegno e capacità operativa in tutto il Paese.
Petraeus si è soffermato sulle forze di sicurezza irachene, che sono cresciute in quantità e qualità: oggi ci sono oltre 540.000 uomini nelle forze governative ed entro la fine del 2008 ad essi si aggiungeranno altri 50.000 soldati e 23.000 poliziotti. Certo, soldati e soprattutto poliziotti non sono ancora pienamente affidabili e non possono fare davvero da soli. E lo conferma la prova non pienamente positiva fornita nel corso dei recenti scontri con le milizie di Moqtada Al Sadr a Bassora. Ma ancorché l'operazione non abbia avuto pieno successo, comunque ha dimostrato una certa capacità. Secondo Petraeus bisogna ora consolidare questo processo.
Quanto ai candidati presidenziali presenti allaudizione il senatore dellArizona John McCain e lex first lady Hillary Clinton, si sono limitati a sottolineare la loro posizione, a favore e contro la guerra. Barack Obama ha chiesto da parte sua un calendario per il ritiro delle truppe e ha invitato ad avviare colloqui informali con lIran per risolvere la crisi irachena.
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