Nessuno in Italia ha mai potuto ascoltare la lettura pubblica dellEnfant criminel di Jean Genet. Il testo, scritto nel 1948 per la radio francese, fin da subito è stato rifiutato per i toni e contenuti provocatori e, da allora, passato sotto silenzio. A distanza di quasi 60 anni, i diritti dellopera di Genet vengono concessi a Salvatore (Sasà) Striano, il giovane ex detenuto che, con la compagnia del Teatro Libero di Rebibbia, lo metterà in scena in prima assoluta da martedì a domenica al Piccolo Eliseo per il progetto «Teatro e carcere». «Si tratta di un duro atto di denuncia - osserva Fabio Cavalli, regista dello spettacolo -. È una riflessione-confessione sui sentimenti dei giovani che delinquono». «Il carcere è un inferno - racconta Sasà, da un anno attore professionista - e posso dire che il teatro per me ha funzionato come la migliore terapia». Vedere nel palcoscenico una via di riscatto per gli ex detenuti è lidea che anima il progetto «Teatro e carcere», nato dallintesa tra teatro Eliseo e Centro studi Enrico Maria Salerno. «Per i reclusi, il teatro ha una forte valenza pedagogico-rieducativa - osserva il direttore di Rebibbia, Carmelo Cantone -. Nel nuovo complesso del carcere, che ospita circa 1.250 persone, sono attivi durante lanno cinque laboratori teatrali. Di questi, uno è per la sezione alta sicurezza e vi prendono parte venti dei circa 120 detenuti che non godono di permessi-premio e di altre agevolazioni. È significativo che il pubblico riempia i 345 posti del nuovo teatro di Rebibbia quando gli spettacoli hanno per protagonisti quanti non possono lasciare il carcere».
Secondo spettacolo della stagione sarà una rilettura moderna dellAmleto (sottotitolo: Indagine sulla vendetta), con la regia di Cavalli e la compagnia dei Liberi artisti associati (al teatro di Rebibbia il 10, 12, 14 e 17 dicembre).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.