A Genova un negozio su due è «pirata» e vende prodotti informatici taroccati

A Genova un negozio su due vende software taroccati. È il dato preoccupante diffuso ieri dalla Microsoft, dopo un controllo a campione: mentre la Liguria si attesta, ridimensionando l'allarme, tra le regioni più virtuose d'Italia con una percentuale media bassa ma costante di contraffazioni informatiche, intorno al 6% rispetto al totale delle rivendite, nel capoluogo ligure sono purtroppo in tanti a commercializzare più o meno consapevolmente pacchetti di programmi di fabbricazione asiatica o computer con sistemi operativi di dubbia provenienza, molto spesso all'insaputa dei clienti. Dalle bancarelle e dai siti illegali, i tarocchi sembrano insomma avere fatto ormai un salto di qualità anche sotto la Lanterna, inserendosi nei canali di distribuzione tradizionale: è per questo che l'azienda americana verifica periodicamente l'operato dei rivenditori attraverso i cosiddetti Mystery Shopper, incaricati che fingendosi normali cittadini richiedono l'acquisto di propri prodotti per verificarne la conformità alle norme di legge.
Dalla prima rilevazione effettuata in Liguria cinque anni fa sono stati visitati oltre 420 punti vendita e il tasso regionale di pirateria, dopo una relativa stabilità, ha iniziato a crescere di un punto solo quest'anno. Se la maglia nera del settore, almeno per quanto riguarda i negozi ispezionati nei primi mesi del 2010, spetta a Genova, vanno però decisamente meglio gli altri capoluoghi di provincia dove sono stati riscontrati comportamenti scorretti solo nel 14-18% dei casi. Ma perché la pirateria informatica si è diffusa anche tra i commercianti e soprattutto come possono tutelarsi i consumatori? Il tarocco, generalmente importato in Italia a basso costo, permette margini di guadagno maggiori, anche rendendo possibili offerte al pubblico molto competitive, e chi compra è tratto facilmente in inganno da riproduzioni sofisticate di ologrammi e marchi: soltanto incrementando la cultura dell'originale e chiedendo ai cittadini di diffidare di prezzi troppo vantaggiosi, dicono i produttori, la piaga potrà essere arginata. I rischi per chi usa software copiati sono d'altronde elevati: senza aggiornamenti via web si può diventare facili prede per i virus o per i nuovissimi botnet, letteralmente «reti di robot» che s'impossessano dei computer e li utilizzano con controllo remoto in attività illecite; nel 34% dei casi inoltre i programmi contraffatti non funzionano e portano spesso perdite di dati e cali di produttività.

Per tutelare i rivenditori in regola e i clienti, Microsoft ha lanciato la campagna «Look at the bad Guy», con cui rende pubblici sul proprio sito i nomi dei rivenditori contro i quali ha intrapreso azioni legali dopo i controlli.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica