È come se a ogni primo del mese sparisse un quartiere grande più di Begato. Da un anno a questa parte Genova perde con regolarità, ogni trenta giorni, più di 300 residenti, unemorragia che non conosce estati o inverni. «A fine settembre la popolazione residente era pari a 611mila abitanti, 923 in meno di giugno, 4.051 in meno del settembre 2006» spiega lufficio statistiche del Comune. Calcolatrice alla mano, fa 337 residenti in meno al mese.
La fuga dei genovesi, finora, era stata tamponata dallarrivo degli stranieri. Anche in questo qualcosa sta cambiando. «I dati relativi al movimento migratorio - spiegano sempre i tecnici di Tursi - segnalano una diminuzione sia delle immigrazioni che delle emigrazioni». In altre parole, cala il numero di chi fa la valigia per trasferirsi altrove (-4 per cento), ma cala anche, e a un ritmo più che doppio, quello degli stranieri che si stabiliscono fra Nervi e Voltri (-9 per cento). La comunità straniera più numerosa - si scopre poi sfogliando il nuovo annuario statistico, riferito al 2006 - resta quella degli ecuadoriani con 12mila residenti. Seguono, a distanza, albanesi (3.665), marocchini (2.996) e peruviani (2.120). Per gli stranieri lagenzia delle entrate ha messo a punto una nuova guida fiscale tradotta in albanese, arabo, romeno e serbo-croato-bosniaco, disponibile nel sito internet www.agenziaentrate.gov.it e negli uffici delle entrate. È un vademecum che ricorda «diritti e obblighi tributari degli immigrati, come si registra un contratto di affitto, le agevolazioni per lacquisto della prima casa e così via».
Oltre alle tasse, «vecchi» e «nuovi» genovesi devono fare i conti con gli aumenti dei prezzi. «Nel periodo gennaio-settembre linflazione in città è aumentata del 2 per cento contro la media nazionale dell1,7» spiegano a Tursi. Gli aumenti più vistosi ci sono stati per «bevande alcoliche e tabacchi» (+3,7 per cento) e i «prodotti alimentari e bevande analcoliche» (+3,4 per cento).
Non resta che consolarsi con il dato dei ricoveri in ospedale. Dal 1998 al 2006 gli ingressi negli ospedali cittadini sono diminuiti del 27 per cento, così come sono in calo le giornate di degenza ordinaria e quelle in day hospital.
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