Anche Zampini se la prende con l'immobilismo di palazzo TursiAl convegno Cisl

Un affondo deciso nei confronti del Comune di Genova, troppo lento nelle decisioni, con un piano regolatore che sembra vedere ancora lontana la luce in fondo al tunnel. Giuseppe Zampini, numero uno di Confindustria Genova, torna sulle parole del segretario regionale della Cisl, Sergio Migliorini, che aveva auspicato un dibattito sulle aree genovesi inutilizzate dell'Ilva da destinare a investimenti produttivi. Lo fa a gamba tesa, esortando la maggioranza di Marco Doria a darsi una mossa: «Genova - afferma Zampini - deve passare dalle parole ai fatti. Come Malacalza, che è dovuto andare a La Spezia, anche Ansaldo Energia si è trasferita a Massa: le situazioni di questo tipo sono molte. Il piano regolatore, che in questi giorni subisce un ulteriore ripensamento, dovrebbe invece trovare rapidamente soluzione alle aree industriali e commerciali. Questo ritardo ci lascia molto perplessi».
Le parole di Zampini, che alle istituzioni chiede anche un maggior ascolto, arrivano nel secondo e ultimo giorno di congresso regionale della Cisl. A Santa Margherita, nei locali del Regina Elena, la tavola rotonda conclusiva «Liguria tra sviluppo e declino», vede però l'assenza di tre dei quattro invitati: il presidente della Regione Claudio Burlando, l'amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e il numero uno di Federacciai Antonio Gozzi.


I «sostituti» - l'assessore regionale allo sviluppo economico Renzo Guccinelli e il responsabile delle attività istituzionali di Fincantieri, Marcello Sorrentino - concordano tutti con Zampini e con il segretario nazionale Cisl Annamaria Furlan: dalle parole si deve passare ai fatti. Il tempo delle decisioni non può più attendere.

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