(...) per evitarsi il viaggio di rientro in autobus insieme ai ragazzi delle scuole. Ovviamente a spese della Regione, cioè dei cittadini, che quel rientro Milano-Genova lo hanno così pagato due volte, visto che per l'intera delegazione ligure era già stato pagato dall'ente tutto il costo del viaggio, del vitto e dell'alloggio.
A svelare quello che è accaduto appena due giorni fa, quindi anche in un momento in cui le spese della Regione sono da tempo sotto controllo, è Aldo Siri, capogruppo della Lista Biasotti, che ringrazia l'opera dei media grazie alla quale è stata posta l'attenzione sui costi della politica. «Ci state aiutando a correggerci - sottolinea in controtendenza alla maggior parte dei colleghi -. Ed è anche per questo che chiedo piuttosto di aumentare il raggio d'azione. Come è stato fatto per le spese dei consiglieri, sarebbe utile andare a guardare nei conti della giunta. Perché non chiedete agli assessori?». La risposta, tra l'altro, è abbastanza semplice. Perché alla giunta il Giornale ha già chiesto di mostrare i conti, ma ha ottenuto solo uno specchietto riassuntivo con la voce complessiva delle spese di ogni singolo assessore. Senza i giustificativi, niente scontrini né ricevuti, né dettaglio delle singole iniziative. Proprio come hanno fatto fino a pochi giorni fa tutti i gruppi consiliari.
L'auto blu di Cascino e Barbagallo per tornare da Auschwitz non sarebbe comunque neppure stata inserita. Ma il costo per la collettività resta. E tutto per evitare di concludere in pullman un viaggio già programmato. La prima tappa del volo, da Cracovia a Monaco, aveva subito un ritardo che aveva fatto perdere la prevista coincidenza per Milano. A quel punto la compagnia aerea tedesca aveva proposto di suddividere la comitiva su due viaggi successivi: dieci persone su un volo e i restanti su un altro. In questo caso, avrebbe avuto un senso mandare a Milano prima gli assessori e i consiglieri presenti, che avrebbero davvero potuto fare rientro con mezzi diversi dal pullman. Questo programma è però cambiato e alla fine tutto il gruppo è stato imbarcato sullo stesso volo, atterrato a Milano poco dopo le 19. Ad attendere gli assessori c'era però l'auto blu, che li ha entrambi accompagnati a casa, nel ponente ligure.
«Effettivamente è andata così - conferma Lorenzo Pellerano, il consigliere biasottiano che faceva parte della delegazione -. Ma mi spiace davvero che di questo viaggio si parli per la storia delle auto blu. Anche perché vorrei dire con forza che questa è una di quelle spese che la Regione non dovrà tagliare mai. Per me è stata un'esperienza incredibile, così come per il rabbino di Genova che ci ha accompagnati e per gli studenti. Lo dico io che sono sempre stato deciso nel criticare i soldi facili della politica. Questo viaggio è da mantenere. Me lo porterò dentro per sempre».
E Pellerano conferma di essere stato sempre nel gruppo ligure. Durante il viaggio e durante le cene in albergo, tutto già pagato dalla Regione. Cosa che invece non ha fatto ad esempio il consigliere del Pd Alessio Cavarra, la cui ricevuta di un ristorante di Cracovia è stata accettata tra le spese di rappresentanza. E neppure la commissione di controllo del presidente del consiglio Rosario Monteleone ha avuto nulla da ridire tanto che non l'ha contestata ai compagni del Pd.
«No, non ricordo - è il ritornello di Monteleone nel corso della conferenza stampa indetta proprio ieri -. Un paio di scontrini di Auschwitz li abbiamo controllati, ma li abbiamo spostati da una voce di bilancio all'altra. Se uno va in missione, come nel caso dei consiglieri in questione, tutte le ricevute deve metterle alla voce missione, non ristorazione». Quindi per Monteleone è solo una questione burocratica? «Le spese sostenute in missione possono essere rimborsate», conferma il presidente. Ma le spese di vitto e alloggio erano già comprese. Se a un consigliere fa schifo mangiare in albergo con gli studenti ha diritto a far spendere ancora una volta lo stesso pranzo, consumato al ristorante di lusso. A togliere dall'imbarazzo Monteleone ci pensano, come sempre più spesso accade, alcuni giornalisti che anziché fare e lasciar fare le domande, cercano le risposte giustificative. «Quella cena sarà stata nel conto 2011», provano a soccorrere il presidente, che ringrazia e chiude il discorso.
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