Il Comune fa il tifo perché i cittadini paghino mutui salati

(...) Per semplificare il concetto, per puntellare un bilancio con tanto rosso, il Comune di Genova fa scommesse. Non sui cavalli, non sulle partite di calcio, ma sull'andamento dei tassi. E scommette con le banche, sperando di vincere. Il gioco funziona proprio così: Tursi si mette d'accordo con alcuni gruppi bancari con i quali a date fisse si scambia il pagamento di interessi su una certa cifra. Ad esempio il Comune si impegna a pagare su una somma molto elevata un interesse a tasso fisso stabilito (ad esempio il 3,5 per cento). La banca, alla stessa data, paga al Comune un interesse pari al tasso dell'Euribor. Nella fattispecie dell'esempio, se al momento del pagamento l'Euribor è superiore la scommessa la vince il Comune, altrimenti la vince la banca. In sostanza, se i genovesi con il mutuo a tasso variabile vengono costretti a pagare rate più pesanti, Tursi festeggia e incassa.
È abbastanza chiaro che mettersi a scommettere contro una banca è già di per sé difficile. Se poi si considera che in Comune non c'è mai qualcuno che si capisca di strumenti finanziari, visto che vengono pagati consulenti anche per pagare le fatture della cancelleria perché (come si legge nelle delibere) nell'ente non sono presenti professionalità in grado di garantire certe competenze, il gioco si fa davvero rischiosissimo. E queste scommesse, cioè l'uso di derivati nel bilancio comunale, le ha fatte con Unicredit (su una cifra di 8 milioni e 80 euro), con la Bnl (su 14 milioni e 307mila euro) e con Dexia Crediop (96 milioni e 294mila euro per molti operazioni). Il totale supera i 118 milioni. Il problema è che questa finanza creativa dei Comuni è stata bacchettata nel 2008 dal Governo che, con un decreto legge, ha vietato la sottoscrizione di nuovi titoli pericolosi. Ne è seguita una vera e propria «fuga» di molti Comuni dai derivati. Cosa che non ha fatto il Comune di Genova, deciso a continuare su questa strada. Tanto che nel resoconto distribuito ai Municipi per l'approvazione il Comune fa presente che «è autorizzata la gestione attiva delle giacenze per migliorare la redditività della liquidità sfruttando le possibilità offerte dai mercati finanziari). Cioè, come un giocatore alle slot machine che sta finendo i soldi, può decidere, con quello che gli rimane, dove andare a giocare e se eventualmente puntare sulla roulette o sul black jack.
Di questa attività fatta dal Comune con i nostri soldi non parla quasi nessuno. A ribellarsi al silenzio è proprio un consigliere di Municipio. Tiziana Notarnicola, consigliere Pdl al Medio Levante, non ci sta più: «È inammissibile che ai cittadini vengano nascoste certe verità - attacca duro -. Sto diffondendo questo materiale su facebook e tutti i miei amici restano stupefatti.

Si parla tanto di denaro pubblico e di spese della politica, ma certe operazioni vengono quasi accettate passivamente. Invece bisognerebbe farlo sapere a chi è abituato a mantenersi i figli e a comprarsi una casa con soldi veri e tanto sudore».
(1 - continua)

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