Così Tursi scommette. E perde sempre

(...) a scommettere, secondo il «personale», non provocano danni. Evidentemente l'assessore e suoi consiglieri sono convinti che il Comune ci guadagni. Ah sì? Eppure è strano, perché c'è un documento della stessa amministrazione, di questa stessa amministrazione Doria (giusto per non dire che è sempre colpa di quelli che c'erano prima) che dimostra come a Tursi siano ben consapevoli dei danni provocati dai derivati al bilancio. L'allegato «E» a una delibera di giunta, sottoposta anche al parere dei Municipi con una lettera firmata dall'assessore Miceli e datata 7 giugno 2012, è uno specchietto redatto con tanto di timbro del «Comune di Genova - direzione programmazione bilanci e partecipate». E in calce al riassunto di tutti i derivati contratti dalla pubblica amministrazione, c'è il resoconto della «gestione attiva del debito e strumenti finanziari». Ebbene, lo stesso «personale» di cui si fida l'assessore, scrive che nel solo 2012, giocando con 118 milioni di derivati, il Comune ci ha rimesso 1 milione e 720mila euro.
Miceli ha voluto precisare che oggi in carico al Comune sono rimasti «solo» 20 milioni di derivati (non tanto per scelta, quanto perché gli altri sono scaduti lo scorso anno ed era vietato per decreto legge farne dei nuovi). Ma l'assessore ha anche voluto precisare che «è escluso che il Comune possa mai trovarsi a dover pagare l'importo del nozionale, oggi di 20 milioni. I contratti in questione sono operazioni a copertura del rischio di oscillazione dei tassi e non hanno carattere speculativo». Cioè il Comune può vincere o perdere solo sulla differenza degli interessi. Vero, ma tanto per dare un'idea all'assessore, considerando solo la scommessa sui quei 20 milioni, nel solo 2012, il Comune ci ha rimesso 800mila euro, per la precisione 487mila con la Bnl e 312mila con Unicredit. Siccome questi due contratti scadranno rispettivamente nel 2022 e nel 2020, ipotizzando un trend dei tassi uguale a quello del 2012 (chiaramente una pura ipotesi), Tursi, cioè i cittadini genovesi, ci andrebbero a rimettere più di 7 milioni. Che è vero, come dice l'assessore, che non sono 20, ma che certo garantirebbero un bell'intervento da parte della Corte dei Conti che ha già detto di essere pronta a considerare la «colpa grave» degli amministratori.
Si diceva che l'andamento uguale al 2012 è una pura ipotesi. La dimostrazione sta nel fatto che in questo inizio del 2013 al Comune è già andata di gran lunga peggio. Perché il giochino sui derivati sostanzialmente significa che l'amministrazione ha due mutui attivi con le due banche, per 20 milioni. Ma anziché stabilire a contratto solo un tasso (fisso o variabile) a condizioni pattuite come si fa ad esempio per comprare casa, ha siglato un altro contratto, con il quale la banca si impegna a pagare al Comune il tasso interbancario europeo (Euribor) a 6 mesi, e in cambio il Comune paga alla banca un tasso fisso (pari in un caso al 4.75 e nell'altro al 4.95 per cento). È chiaro che se l'Euribor sale oltre il 4.75 e il 4.95 sono di più i soldi che incassa Tursi. Che quindi vincerebbe la scommessa.
A quant'è oggi l'Euribor? Allo 0,23 per cento. Cioè il Comune ci rimette oltre il 4.5 per cento ogni anno. Lo scorso anno (quando su 118 milioni ne ha perso 1,72 e sui 20 milioni ancora attivi ha comunque perso 800mila euro), l'Euribor era persino più alto, aveva iniziato l'anno a 1,61 per cento e si era mantenuto oltre l'1 per cento fino a tutta la fine di aprile, per poi scendere progressivamente. Oggi l'Euribor è ai minimi storici, il tasso ufficiale deciso dalla Banca Centrale Europea (che poi è quello che viene preso a riferimento per fissare giornalmente l'Euribor) non potrebbe essere più basso, visto che questa è la strategia decisa per cercare di uscire dalla crisi che si annuncia ancora lunga.
La logica dice che se peggio non può andare, non resta che aspettare. Teoricamente sì, ma il problema è che Tursi ci rimette fino a che i tassi non vanno oltre al 4,75 (e al 4,95) per cento.

Il «personale» che continua a vedere bene questo investimento sa quante volte i tassi hanno superato questi valori? Dal 2001 ad oggi, cioè da quando sono stati sottoscritti questi derivati, la situazione si è verificata soltanto per 8 mesi su 145, dall'aprile all'ottobre 2008 e nel settembre 2007.
(3 - continua)

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