La faccia contrita, la voce rotta dall'emozione, le parole sdegnate di circostanza. Poi, una volta usciti dalle recinzioni del campo di concentramento passa tutto. Basta pensare a quel che si va a mangiare e Auschwitz diventa un ricordo. Dopo il giorno della memoria, la sera delle gourmet. Tra le spese di «rappresentanza» dei consiglieri regionali del Pd c'è anche la fattura di un ristorante di Cracovia, settanta chilometri dal centro dell'orrore. Il menu è dettagliato nelle voci: per non dimenticare, l'importante è pasteggiare a foie gras e chateaubriand. Totale 76 euro circa. Non una follia, ma è il concetto che conta. Cosa ci fa una ricevuta del ristorante «Cyrano de Bergerac» di Crocovia nelle spese 2012 del Pd? «Cracovia? Ah, è quella di Alessio Cavarra - ricorda il capogruppo dei bersanones, Nino Miceli -. Ma è di quando è andato ad Auschwitz». La ricevuta dice 3 marzo 2012, qualche settimana dopo la celebrazione del Giorno della Memoria. Ma poco importa, quella di ieri è stata l'ennesima giornata nella quale i consiglieri regionali liguri hanno provato a recuperare quella trasparenza finora negata.
Il Pd e la Lega hanno mostrato i loro scontrini, le loro ricevute, anche se limitatamente ad alcuni periodi. Qualche «curiosità» emerge ugualmente. Ad esempio i cittadini liguri potrebbero scoprire che il Pd, il 29 maggio 2011, aveva pagato per ospitare a Sarzana Antonio Ingroia, l'ex pm che ora si candida in asse con Tonino Di Pietro per spostare all'estrema sinistra il governo del Paese. O ancora che il democratici in un anno ben sette servizi a emittenti locali del ponente liguri per avere spazi nei telegiornali. Tutte fatture da migliaia di euro, tra le quali spicca anche un mini pagamento a mamma Rai. La sede ligure si è fatta pagare 62,92 euro per riversare su cd un servizio andato in onda il 31 marzo 2011 sul TG3 a proposito del «futuro dei giovani».
Dalle spese per pubblicazioni e acquisto riviste o quotidiani si nota anche che sempre Alessio Cavarra aveva provato a farsi rimborsare tra una copia dell'Unità e un abbonamento a La Repubblica, anche due «Guide di gastronomia». Pubblicazioni che non sono state ritenute abbastanza «istituzionali». Di certo i consiglieri Pd, attentissimi a quanto riportato sui giornali tanto da ammettere di aver fatto vedere gli scontrini «per la pressione dei media», non se ne avranno a male se certe cose vengono pubblicate oggi dal Giornale, visto che in tutto il loro bilancio non c'è una sola ricevuta che dimostri la lettura del nostro quotidiano. Certamente questa mattina la rassegna stampa gratuita offerta dalla Regione li metterà al corrente in tempo reale. Ma allora dovrebbero spiegare che bisogno c'è di andare ad acquistare quotidianamente molti altri giornali e riviste, se le cose che interessano la loro funzione di consigliere regionale vengono riportate senza spesa ulteriore dalla rassegna stampa.
Anche la Lega ha deciso di rendere pubblici i propri conti, dai quali emergono soprattutto tantissime spese di parcheggio e di rimborso pasto. «Sono quelli che paghiamo ai nostri collaboratori che lavorano qui - fa presente Edoardo Rixi -. Ma sono in forte calo rispetto agli anni scorsi».
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