C'è uno studio di fattibilità e un protocollo d'intesa appena firmato. Primi passi burocratici accompagnati, sullo sfondo, da molti dubbi: il depuratore comprensoriale alla foce dell'Entella, nel comune di Lavagna, fa discutere. La chiamano «Colmatina», anche se il diminutivo, in questo caso, non pare troppo azzeccato: 14mila metri quadrati di cemento affacciati sul mare, per servire fino ad un massimo di 140mila persone. La spesa prevista più che low cost è da top player: 80 milioni di euro. Dell'impianto, oltre a quelli del Comune ospitante, ne beneficeranno i cittadini di Sestri Levante, Casarza Ligure, Ne, Carasco, Cogorno e Castiglione Chiavarese. Regione, Provincia e Iren sono in cabina di regia. Amministrazioni comunali di destra e sinistra hanno trovato un punto d'incontro, sedute allo stesso tavolo quasi a replicare in miniatura le larghe intese romane. Dovrebbe essere la normalità quando di mezzo c'è il miglioramento delle acque balneabili, ma visto quanto successo tra Rapallo e Santa Margherita, divise anche sul depuratore con due strutture distinte per una spesa complessiva di 65 milioni di euro, anche l'unione tra vicini di pianerottolo sembra qualcosa di straordinario. Eppure la protesta, trasversale, è montata veloce: dal Pdl lavagnese al Movimento 5 Stelle, per finire con gli ambientalisti. Pierluigi Biagioni, referente per il Tigullio dell'associazione «Ecologisti, reti civiche e verdi europei», è tra i più critici: «I depuratori costruiti alla foce dei fiumi devono essere realizzati con tecnologie molto onerose per la mancanza di spazio: impianti realizzati con altre tecniche e lontani dal mare possono costare la metà». Già, ma le alternative? Claudio Vergano, coordinatore del gruppo consiliare «Ripartiamo da Lavagna», indica due ipotesi: «Ammodernare l'impianto in funzione nell'area portuale, facendolo diventare il depuratore dell'Entella, escludendo di fatto la Val Petronio, oppure scegliere uno dei tanti spazi nell'entroterra». Il nuovo depuratore, che pur essendo ottimisti non entrerà in funzione prima del 2019, potrebbe avere riflessi negativi anche sull'oasi faunistica dell'Entella.
Istituita dalla Provincia nel 1988, accoglie anatre, cigni, germani reali e folaghe; i più fortunati, risalendo il corso del fiume, si possono imbattere in cormorani ed aironi cinerini. L'associazione Ayusya, che si occupa della tutela degli animali, ha lanciato l'allarme: «La Colmatina rischia di cancellare quest'oasi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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