La più premiata degli «agostiniani» alle scorse elezioni con 210 voti, Valeria Leoni, capogruppo di minoranza della lista «Uomini e città», lascia il consiglio comunale di Chiavari. È la prima vittima nel Tigullio del decreto legislativo 39, entrato in vigore il 4 maggio scorso. L'articolo 12 parla chiaro: il ruolo di primario è incompatibile con la carica di componente del consiglio di un Comune di oltre 15mila abitanti. E per lei, responsabile della struttura di medicina fisica e riabilitazione dell'Asl 4, è scattato inesorabile l'aut aut.
È uno degli ultimi regali del governo Monti, difficile da digerire per chi nella politica ha messo anima e cuore, con oltre 50 tra interpellanze e interrogazioni presentate nell'ultimo anno: «Altro che incompatibilità, l'attività da medico mi ha dato una maggiore sensibilità nell'andare incontro alle persone - osserva con amarezza -. L'aspetto più grave di questa legge è però la sua retroattività. Ci si lamenta se i cittadini non vanno a votare, ma quando invece esprimono la loro preferenza questa viene invalidata: è un atto antidemocratico». Un rammarico che diventa doppio se si pensa alla celerità dell'Asl 4: «Quasi tutte le aziende sanitarie italiane hanno chiesto un'interpretazione del decreto alla Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche. La direzione ha invece deciso in un altro modo. Peccato». Il caso della sua incompatibilità era stato oggetto di un duro scontro durante l'ultimo consiglio comunale: ad attaccare l'ex assessore ai servizi sociali dell'era Agostino fu Emilio Cervini che, ironia della sorte, nei scorsi giorni è passato dalla maggioranza all'opposizione. Un parlamentino chiavarese che oggi assomiglia ad un supermercato, con porte girevoli, entrate e uscite. Ma il posto della Leoni non sembra fare gola.
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