Il miracolo del turismo ligure passa lungo la via Francigena

Il miracolo del turismo ligure passa lungo la via Francigena

(...) capace di entusiasmarsi quando ha sentito che il Cammino nel Nord Europa, quello di Olaf, è molto duro e con frequenti e durissimi cambiamenti di pendenza.
Poi, Valzania ha svariato su tutti i versanti dei Cammini. Da quelli più tecnici, come i lacci delle scarpe, a quelli più di confine fra la spiritualità e la logica, come la scelta di buoni alberghi in alcune tappe dei pellegrinaggi. Il che, se ci si pensa, è sacrosanto, visto che non sta scritto da nessuna parte che andare in pellegrinaggio debba per forza comportare sacrifici o essere una specie di cilicio mobile per i viandanti. Anzi, la gioia e la serenità fanno parte integrante dello zaino del viaggiatore e mi pare che i sorrisi di papa Francesco, così come quelli di Giovanni Paolo I, vadano esattamente in questa direzione.
Ma, al di là del successo di Valzania, di Alessandro e della Fondazione Garrone, il punto che vogliamo mettere in risalto è un altro. Santiago De Compostela, così come tante altre destinazioni dei cammini, non sono propriamente posti turistici dove uno penserebbe di passare la vita. Non sono Venezia, Roma, Firenze e nemmeno Genova. Anzi, in qualche caso si tratta di spianate tristanzuole che, senza il fascino del misticismo, sarebbero lande desolate e abbandonate a se stesse.
La Liguria no. E qui sta il punto: la Liguria ha il grandissimo vantaggio di essere sul percorso di un cammino, anzi, se possibile del Cammino, secondo solo a quello di Santiago. E cioè la via Francigena, 1800 chilometri che, dalla contea inglese di Kent, raggiungono Roma, passando dalla Francia e dal confine svizzero, sulle orme dei percorsi portati avanti dalle truppe di Giulio Cesare e di Napoleone. Praticamente, si trattava di una marcia obbligata per avvicinarsi alla Terra Santa, che veniva percorsa da abati, monaci, mercanti, eserciti e da decine di migliaia di pellegrini, aperta nel 990 dall'Arcivescovo di Canterbury per andare in visita da papa Giovanni IX.
Fin qui, siamo a livello di guida turistica. Ma è proprio a questo punto che viene il bello per la Liguria e cioè la possibilità di avere un ritorno possibile da tutto questo. Tanto che Claudio Burlando ed Angelo Berlangieri, sulla cui situazione di fede non ho particolari notizie e nemmeno mi interesserebbero particolarmente, ma che annusano ogni possibilità di valorizzazione per il loro territorio, ci si sono buttati a capofitto, iscrivendo la Regione Liguria sia all'Associazione Europea delle vie Francigene, sia a quella dei Cammini d'Europa. Una roba serissima, con tanto di stemma e logo ufficiale di Cammini e camminatori, che si propone di valorizzare turisticamente i tratti di territorio attraversati dal percorso dei pellegrini medievali e di quelli del terzo millennio. Insomma, anche a vederla dal punto di vista più venale e meno spirituale possibile, i Cammini sono un business. E, in particolare, può esserlo il tratto ligure, perché è in assoluto uno dei più belli di tutta la via Francigena. E potrebbe diventarlo ulteriormente se passasse la proposta di legge bipartisan della scorsa legislatura presentata alla Camera dei deputati e intitolata «Disposizioni per la valorizzazione e la salvaguardia della “Via Francigena”». Nella legge si ipotizzava il lancio in grande stile dei tratti italiani della strada, con piste ciclabili, attrezzature, lancio turistico ed investimenti per rendere ancor più gradevole il cammino dei pellegrini. Fra i firmatari, si incontravano tre vecchie conoscenze delle nostre zone: il deputato del Pd di Novi Ligure Mario Lovelli; l'attuale segretario di presidenza di Palazzo Madama e membro del gruppo Grandi autonomie e Libertà Lucio Barani, ex sindaco di Aulla e di Villafranca Lunigiana, territori attraversati dal Cammino e quindi doppiamente interessato, e addirittura l'attuale ministro dell'Ambiente Andrea Orlando. Orlando è un gaudente, ama circondarsi di belle donne, a partire dal suo braccio destro spezzino Laura Cremolini, presidente del consiglio comunale della Spezia, ma pur di portare un visitatore in più nella sua città sarebbe disposto a indossare il cilicio o a camminare sui ceci. Naturalmente, non prima di aver obbligato a farlo anche la povera Laura. Quindi, la firma sulla proposta sulla via Francigena va esattamente in questa direzione. E c'è da sperare che, da ministro, riesca a portarla avanti anche a livello governativo.
Il tratto della via Francigena che interessa la Liguria è proprio quello dell'estremo levante, da Aulla a Sarzana, Santo Stefano Magra e Luni. E, in particolare questa località, che formalmente è nel Comune di Ortonovo, l'ultimo al confine fra la Liguria e la Toscana, in quella terra di mezzo che è la Lunezia, è particolarmente interessato dalla legge, visto che si tratta di un'area archeologica romana con un antico porto, da cui partivano le navi cariche di marmo, vino (l'antenato del vermentino dei colli di Luni, ovviamente), formaggio e legnami diretti a Roma. L'avesse saputo Lorenzo Forcieri, ci avrebbe fatto un terminal supplementare della sua autorità portuale.

Insomma, dal Cammino e dalla via Francigena potrebbe nascere un nuovo fronte di ricchezza e di sviluppo per il territorio ligure, che fino a poco tempo fa nemmeno sapeva dell'esistenza di questo filone. Segno che i pellegrinaggi fanno davvero i miracoli.

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