«I rischi sono molti e imprevedibili», dice la Corte dei Conti. «Vi è stato uno stop dell'uso di derivati nei Comuni e negli enti pubblici», assicura Giuseppe Attanà, presidente di Assiom-Forex, l'associazione degli operatori finanziari. Insomma, Genova è più che avvisata. Intestardirsi a tenere in casa contratti che possono portare seri dissesti al bilancio è una scelta precisa e certo non obbligata. Tursi non può neppure trincerarsi dietro la scusa dell'ignoranza.
Continuando a rimetterci ogni anno, gli stessi amministratori pubblici potrebbero essere chiamati a rispondere delle loro decisioni. E ultimamente sono molte le procure regionali della Corte dei Conti che hanno avviato indagini sul ricorso ai derivati, tanto che il procuratore generale ha recentemente detto con chiarezza che la condotta di chi non dovesse chiudere quei contratti, in caso di perdite per le casse comunali, potrebbe «essere censurata sotto il profilo della colpa grave», cosa che porterebbe ad un'«azione contabile risarcitoria», a fronte di una «grave imprudenza nella stipulazione di contratti di finanza derivata». Tanto più ora che molti tribunali hanno già accolto le rescissioni unilaterali da parte degli enti locali per il diritto dell'autotutela degli interessi pubblici.
Per capire che non si tratta di minacce prive di fondamento, basta notare che in giro per l'Italia sono già scattati procedimenti di questo tipo. In Toscana, ad esempio, la finanza creativa degli amministratori «compagni» che hanno già sul groppone il disastro di Monte dei Paschi nato proprio dai derivati, ha portato la magistratura ad aprire un contenzioso con la provincia di Firenze «per un'ipotesi di danno già definito di oltre 4 milioni di euro». Cifre assai inferiori a quelle già costate al Comune di Genova.
Anche il Comune di Prato è nel mirino della Corte dei Conti, così come in Umbria, più di un'amministrazione comunale rischia grosso per buchi da un milione di euro (Tursi è già a 1.720.000 euro solo nel 2012). In Puglia invece è addirittura la magistratura ordinaria ad aver avviato un'indagine per truffa.
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