Pdl, fuori Scajola e Scandroglio a rischio

Pdl, fuori Scajola e Scandroglio a rischio

(...) La giornata delle liste si era aperta con l'annuncio di Scajola, infuriato per essere stato considerato parte dell'elenco degli «impresentabili» che tante discussioni e difficoltà hanno scatenato nel partito. «Per la dignità mia e della mia famiglia non sopporto più esami da parte di alcuno sulla mia moralità - ha sbottato -. Per queste ragioni ritiro la mia candidatura. I miei valori, la mia storia e il mio stile di vita parlano per me. Con buona pace di qualunque arbitro. Per quel che concerne le mie vicende giudiziarie, tocca ricordare, nero su bianco, che Claudio Scajola ha inanellato solo archiviazioni, proscioglimenti e tanti mal di pancia».
Mal di pancia diventato in breve dolore lancinante in tutto il partito ligure. Perché l'uscita di Scajola dalle liste non semplifica affatto la situazione. Da Imperia alla Spezia fioccano le reazioni. E non sono positive: «Per tutto il Pdl ligure è una grave perdita. Il coordinamento provinciale di Savona attende di esaminare la composizione delle candidature liguri per ulteriori considerazioni», è la dichiarazione minacciosa nella conclusione, che arriva dalla città della torretta. «Apprezziamo il gesto di grande dignità e amore per il partito dell'onorevole Scajola - fanno eco i coordinatori spezzini Raoul Giampedrone e Giacomo Gatti -. Adesso ci aspettiamo che il suo esempio sia seguito da quanti hanno cercato di trasformare il Pdl ligure in una cosa personale e l'hanno fatto crollare dal 29% al 15%, a partire dai due coordinatori Michele Scandroglio ed Eugenio Minasso per finire col senatore Luigi Grillo, che occupa lo scranno parlamentare da più di vent'anni».
L'attesa è lunga e snervante. Pierluigi Vinai la descrive con un tweet: «Altri liguri del Pdl dormono sullo zerbino di Verdini pur di non perdere la poltrona = quaquaraquà». Inevitabile che verso le 19 ci sia profonda delusione per la lista che esce dall'ufficio elettorale del Pdl. Biasotti capolista, Eugenio Minasso e Roberto Cassinelli alle sue spalle, poi il jolly clamoroso: Alessandro Gianmoena, già primo dei non eletti nella scorsa legislatura. Al Senato Capezzone certo del posto, e gli altri a masticare amaro. Scandroglio, poi Gabriele Boscetto e Franco Orsi, che in asse con Scajola sembrava destinato a fare il capolista. Quelli che erano timori di un affronto troppo duro da subire, diventano certezze per molti. Il vicepresidente del consiglio regionale ligure, Gino Morgillo, non trattiene il disappunto: «Non voterò questa lista. Lascio il Pdl ma resto nel centrodestra: formerò un nuovo gruppo in Regione con altri che mi seguiranno». Da Roma esce soprattutto una sorta di commissariamento del partito dopo la diaspora interna. Il gruppo che fa riferimento al coordinatore regionale Michele Scandroglio aveva infatti provato a presentare una «propria» lista, con lo stesso Scandroglio al primo posto per la Camera, seguito da Eugenio Minasso, Sandro Biasotti, Franco Orsi e Roberto Cassinelli. Al Senato l'unica posizione di garanzia, la prima, sarebbe stata riservata a Luigi Grillo.

Ma questa ipotesi di lista non è stata neppure presa in considerazione, tanto che il partito non ha dato al coordinatore regionale in carica la delega alla presentazione delle candidature presso la Corte d'Appello di Genova, indicando come unici autorizzati ad agire in nome del partito due funzionari della segreteria romana.

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