Quasi sette ore a caccia delle spese pazze dell'Idv

(...) di capire chi possa eventualmente essere il responsabile delle spese sospette. È comunque toccato a Maruska Piredda, ieri mattina verso le 9, ricevere i quattro finanzieri e assistere alla perquisizione proseguita fino a metà pomeriggio. Massima disponibilità - riesce a dire alla fine dell'estenuante mattinata -. Anzi, in settimana chiederò di poter incontrare il pm che conduce l'indagine e dire tutto quello che so. Ho fatto mettere a verbale che finché non sono stata capogruppo non ho neppure mai potuto vedere i conti, anche per questo avevo comunque deciso che quest'anno non avrei firmato il bilancio se non per la parte relativa alla mia gestione, cioè un mese».
Ultimo mese nel quale peraltro le spese non ci sono neppure state, semplicemente perché erano già finiti i soldi del bilancio annuale. Persino la carta da fotocopie, e il materiale di cancelleria veniva comprato al supermercato dalla capogruppo. Che pagava di tasca propria anche gli stipendi ai collaboratori. Scelte che non interessano direttamente alla procura, che però vuole vedere chiaro nella lista dei rimborsi avvenuti fin dall'inizio della legislatura. E se scontrini e ricevute per il 2010 e il 2011 li avevano acquisiti il 5 dicembre scorso negli uffici della presidenza del consiglio, quelli dell'anno appena concluso non erano stati ancora rendicontati e quindi sono stati tutti recuperato ieri mattina con un lungo lavoro di fotocopiatrice.
Dopo aver fatto base nell'ufficio dell'Idv, i finanzieri hanno bussato anche alla porta del nuovo partito, Diritti e Libertà, formato da due dei fuoriusciti, l'ex vicepresidente della giunta, Marylin Fusco e Nicolò Scialfa, suo successore al fianco di Claudio Burlando e capogruppo dei dipietristi fino alla fine dell'ottobre 2012. «Gli originali li hanno presi nel vecchio ufficio - conferma visibilmente scossa la Fusco, fino a quel momento rintanata nel suo studio -. A me hanno chiesto le fotocopie delle mie spese e le ho date con la massima disponibilità. Posso solo dire che esiste una legge che regola le cose che possono essere comprate con i soldi del gruppo e c'è una commissione che controlla i bilanci. Su quanto hanno fatti altri colleghi non posso parlare. E credo che questa indagini riguarderà anche altri».
Parole pronunciate mentre i finanzieri stavano firmando i verbali nell'ufficio Idv, dopo aver consegnato l'atto di sequestro sul quale compariva tra gli indagati anche il tesoriere del gruppo, Giorgio Delucchi, commercialista spezzino. Gli inquirenti sospettano che possa aver speso per fini personali denaro poi messo in conto al gruppo. Per lui l'accusa è però anche quella di favoreggiamento nei confronti dei consiglieri e questa accusa è rivolta anche alla sua compagna, una funzionaria spezzina dell'Agenzia delle Entrate, in quanto nella loro abitazione potrebbe essere stata custodita documentazione relativa ai conti del gruppo che invece sarebbe dovuta essere in Regione. Una spiegazione che potrebbe trovare conferma nel fatto che sull'ordinanza di perquisizione in Regione non era ancora stato inserito il nominativo della donna. E perquisizioni, una decina in tutto, ci sono state anche nelle abitazioni e in altri uffici degli indagati. Il sospetto dei magistrati è che ci fosse il rischio di far sparire parte della documentazione sostituendola con altra comprovante spese legittime. Secondo le carte della procura «De Lucchi avrebbe prelevato in contanti il denaro dell'Idv presso alcuni istituti e consegnato ai singoli consiglieri, i quali sottoscrivevano apposite ricevute. Successivamente questi ultimi consegnavano a De Lucchi i giustificativi di spesa. Gli inquirenti avrebero reperito materiale che prova che i consiglieri hanno affrontato spese da considerarsi personali e comunque estranee alle finalità previste dalla legge». Dopo un paio d'ore dall'inizio del blitz, uno dei finanzieri, parlando al cellulare ha spiegato al suo interlocutore: «Finora abbiamo trovato solo ricevute di cene, non quello che cerchiamo». Ma per l'appunto la perquisizione era solo agli inizi. Verso le 16,15 i quattro finanzieri sono usciti con un carico di faldoni e con alcuni file copiati dai computer.
Maruska Piredda, prima di lasciare la Regione, ha confermato che «per il momento» l'indagine riguarda il gruppo dell'Italia dei Valori. Una definizione per anticipare che presto anche altri partiti potrebbero ricevere i controlli? O per rimarcare come la responsabilità potrebbe ricadere su politici non più appartenenti al partito? L'unica certezza al momento è che nel giro di tre mesi, per la seconda volta il braccio destro di Claudio Burlando si trova indagato per fatti commessi nell'esercizio delle proprie funzioni. Prima la stessa Marylin Fusco oggi nuovamente sotto inchiesta, poi Nicolò Scialfa che ha preso il suo posto alla vice presidenza. E che ieri ha incontrato il governatore. Deciso a non rassegnare le dimissioni. «Mi sento male ma non mi dimetto - ha detto al termine dell'incontro -. Sono innocente, se ho fatto errori di valutazione ne parlerò con i giudici e mi assumerò tutte le mie responsabilità. Burlando non mi ha chiesto di dimettermi, mi ha chiesto solo se sono sereno, e io gli ho risposto che mi sento in un tritacarne ma sono sereno riguardo a quello che ho fatto.

In passato certe spese erano legittime e opportune, poi le stesse spese sono diventate legittime ma inopportune. Ora, con il clima politico che si è venuto a creare, stanno diventando illegittime e inopportune. Io non mi sono mai appropriato di un euro».

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