La rivolta resta nella coalizione e nasce il Popolo della Liguria

Nasce un altro Pdl, che non sta per Popolo della Libertà ma per Popolo della Liguria. L'idea, per la verità, era già venuta qualche mese fa al vice presidente del consiglio regionale Luigi Morgillo, che oggi si dice «amaramente pentito di essersi fatto convincere a soprassedere». Dopo la presentazione della lista che ha scontentato i liguri, questo progetto sembra sul punto di essere riproposto. Magari molto presto con un gruppo in Regione. «Occorre fare le cose con calma - conferma Morgillo -. Non so i tempi, voglio parlare con altri colleghi, ma l'importante è fare qualcosa che ridia dignità al territorio, a una regione maltrattata».
Di certo Morgillo, come tutti gli altri delusi dalle candidature, non tradirà il centrodestra. Il giorno della rabbia produce una raffica di comunicati sdegnati da parte degli esponenti del Pdl che speravano in una maggiore rappresentanza ligure. E soprattutto un maggior rispetto degli eletti, di coloro che i voti con le preferenze li hanno presi in questi anni. Ma nessuno parla di voti in fuga dalla coalizione, anzi arrivano dichiarazioni nette. Marco Melgrati, capogruppo in Regione, è esplicito: «Quanto accaduto è vergognoso, la provincia di Savona non verrà rappresentata nel prossimo Parlamento, è la prima volta che accade - accusa -. Alla Camera sicuramente voterò la Destra». Gli fa eco il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza: «Voterò liste collegate al blocco del centrodestra ma non Pdl. Come posso parlare dei problemi locali a Minzolini e Lainati?». Incredulità da parte di Matteo Debenedetti, coordinatore savonese: «Dopo le ultime notizie sui componenti delle liste Pdl in Liguria, l'unica cosa che mi viene da dire è perché? Perché? Perché?». Il sindaco di Sanremo, Maurizio Zoccarato, vuole «convocare i candidati al Parlamento per capire, in anticipo, quali garanzie di lealtà, trasparenza e riconoscenza possano portare ai cittadini della nostra provincia» e poi di decidere se lasciare il partito. Ma ancora Morgillo assicura: «Macché votare Monti? Ho parlato con gli altri delusi, tutti vogliono fare qualcosa ma sempre restando nella coalizione».

Durissimo invece Giacomo Gatti, vice coordinatore provinciale spezzino, che attacca anche Sandro Biasotti che ha definito «riempitivi, candidati con poco valore», i nomi di chi è stato inserito in posizioni sfavorevoli: «Sono amministratori e dirigenti di partito che meritano rispetto. Biasotti chieda scusa». Michele Scandroglio, beffato dalle liste assicura: «porterò il disappunto a Berlusconi e Alfano, ma da persona seria, farò il mio dovere per il partito».

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