Non è più un problema di calcio giocato, ma di ordine pubblico: sale la paura in città in vista della partita Genoa-Cagliari, in programma mercoledì alle 20 e 45, a Marassi, in uno stadio deserto per il provvedimento delle autorità sportive di far giocare a porte chiuse a seguito degli incidenti nellincontro col Siena e il relativo, umiliante «spogliarello» delle maglie da parte dei calciatori rossoblù.
La tensione è palpabile, fra i tifosi. E in un modo o nellaltro, il Genoa dovrà fare i conti con loro. I quali si sono riuniti in assemblea nella Sala Chiamata del porto: una riunione cui hanno partecipato oltre 400 supporters, per un confronto che ha visto presenti tutte le anime della tifoseria genoana, tra favorevoli e contrari a quanto accaduto contro il Siena. Al termine ne è scaturito un comunicato con questa precisazione: «La richiesta era quella di terminare lincontro e poi lasciare le maglie sul terreno di gioco sotto la gradinata nord». Il documento sottoscritto dalla tifoseria contiene un messaggio anche al presidente, Enrico Preziosi: «Non deve essere colpevolizzato, né assolto tout court, deve decidere cosa fare di questo Genoa, e se vuole restare deve mettere su una squadra che dia soddisfazioni ai tifosi».
In vista della prima gara a porte chiuse, poi, una delle componenti degli ultrà considerate «morbide», i «Figgi do Zena», ha chiamato a raccolta tutta la tifoseria affinché si presenti comunque mercoledì sera fuori dello stadio per sostenere la squadra dallesterno. Chiaro il messaggio: «A casa non ci stiamo». Ma un ulteriore motivo di allarme si è manifestato nelle ultime ore: alcuni degli ultrà genoani colpiti da Daspo, il divieto di recarsi allo stadio, oltre al doppio obbligo di firma durante la partita non potranno nemmeno avvicinarsi al Ferraris. Questo particolare inasprimento del divieto è specificato nel Daspo notificato a una ventina di ultrà. La notizia è stata confermata in ambienti investigativi dove peraltro è stato confermato anche il probabile assembramento di tifosi sotto il Ferraris mercoledì sera.
Nel frattempo a Genova la Digos indaga, oltre che sui fatti di Marassi, anche su un altro episodio: durante un allenamento a Pegli vi sarebbe stata mesi fa uninvasione di campo da parte degli ultrà, nella quale sarebbe stato schiaffeggiato un giocatore, di cui non viene riportato il nome. Il presidente Preziosi avrebbe deciso di non denunciare la cosa, ma la Digos (che intanto conferma che dei 12 tifosi già indagati, 5 saranno sottoposti a obbligo di firma) ora vuole saperne di più.
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