La Sampdoria e lo strano caso del dottor Rossi e mister Delio

La Sampdoria e lo strano caso del dottor Rossi e mister Delio

(...) due giornate di squalifica e lo costringerà a non essere in panchina domenica al San Paolo contro il Napoli e la settimana successiva al Ferraris contro il Chievo. E, visto il precedente della scazzottata in panchina con Ljajic quando allenava la Fiorentina, occorre anche dire che gli è andata pure bene. Nel suo linguaggio in giudicesportivicese, Gianpaolo Tosel spiega la sua decisione e la squalifica a Rossi «per avere, al quarantottesimo del secondo tempo, con plateale gestualità, assunto un atteggiamento ingiurioso e provocatorio nei confronti di un calciatore avversario; infrazione rilevata da un assistente».
Insomma, il giudice sportivo ha capito bene che quel dito alzato non era uno schema indicato dal tecnico sampdoriano ai suoi giocatori. Ed ha agito di conseguenza. Così come l'ha capito bene la società blucerchiata che - dopo la linea giustificazionista e incredibilmente minimalista scelta dal suo allenatore nelle interviste del dopo partita - è immediatamente intervenuta. Tanto che, ieri mattina, sul sito ufficiale dell'U.C. Sampdoria è apparso il seguente titolo: «Rossi: “Sono rammaricato, accetto la multa e la doniamo al Gaslini». Testo, firmato Delio Rossi: «Sono rammaricato per il gesto nel finale della partita di ieri, perchè l'ho detto e lo ripeto: ho sempre dato rispetto e pretendo rispetto. Non tollero gli insulti senza motivo. Per il ruolo che ricopro, accetto di buon grado la multa comminata dalla società, che insieme abbiamo deciso di devolvere in beneficenza all'Ospedale Pediatrico Giannina Gaslini».
Ecco, qui sta il punto. La società - ed Edoardo Garrone in primis - hanno fatto benissimo a superare le esternazioni del tecnico. Da un lato, perchè credo che, certamente, la multa e la sua destinazione benefica abbiano (almeno a livello inconscio) limitato i danni davanti al giudice sportivo. Dall'altro, perchè sarebbe stato un pessimo segnale - anche ai ragazzi su cui la Sampdoria sta puntando giustamente moltissimo - lasciare impunito un comportamento simile del proprio allenatore. Indipendentemente dal fatto che fosse o meno una reazione a una provocazione.
Anche perchè, ragionando così, gli arbitri a cui viene puntualmente urlato di tutto, dovrebbero abbandonare il campo ogni domenica o esibirsi in tutto il campionario della gestualità più volgare a disposizione. Su, non esiste. Così come non poteva esistere che la società che organizza iniziative come il «Fair play Village», fiore all'occhiello non solo per la Sampdoria, ma per tutte le squadre della serie A, lasciasse passare la linea negazionista o nel migliore dei casi minimalista scelta la domenica dal suo tecnico.
E poi, come dicevo, ci sono i danni collaterali. Perchè, domenica sera, il gesto di Rossi ha completamente oscurato la bella prestazione della sua squadra. E, a fine partita, si è parlato del dito di Rossi, piuttosto che delle parate di Romero, della rinascita di Estigarribia, della ritrovata sicurezza di Rossini o dello straordinario ingresso di Sansone, grandissimo.

Insomma, come in un romanzo applicato al calcio, c'è un dottor Rossi bravissimo in panchina, capace di trasformare la sua squadra e di rivoltarla come un calzino, di farla giocar bene, di ammettere gli errori in corsa (Soriano titolare era inguardabile) e, soprattutto, di essere pacato e anche molto simpatico nelle conferenze, capace di coniare espressioni divertentissime, in una specie di gioco delle metafore che caratterizza tutti i suoi venerdì pomeriggio. Insomma, il tecnico ideale.
Che, però, quel rissoso e irascibile mister Delio che va in panchina, si diverte a oscurare. Danneggiando un gran tecnico.

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