Il bilancio è sano; il Comune ha 8 milioni di euro in cassa; i fornitori vengono pagati entro trenta giorni. Giovanni Battista Raggi, assessore alle finanze di Santa Margherita e alchimista della partita doppia, chiude il consuntivo 2012 con un avanzo di 2milioni e 400mila euro.
Tra contributi dello Stato ridotti di circa 2 milioni di euro, e una burocrazia finanziaria spesso ai limiti del paradossale, serviva un mezzo miracolo. E lui, che i banchi universitari li ha lasciati da un pezzo, ha superato l'esame più insidioso per un amministratore locale: il patto di stabilità, il cui saldo obiettivo, fissato per il Comune a 1 milione e 800mila euro, deve coincidere con l'avanzo se non si vendono immobili o altro patrimonio.
La differenza di quasi 600mila euro ha due motivi ben precisi: «Il primo - spiega Raggi - riguarda 350mila euro arrivati da Roma per la realizzazione del depuratore che abbiamo girato subito a Idrotigullio; il secondo è relativo a oneri di urbanizzazione incassati in misura maggiore rispetto a quanto pensavamo. Purtroppo - puntualizza l'assessore - l'avanzo non può essere utilizzato: i sammargheritesi devono sapere che non solo finanziano lo Stato con imposte e tasse, ma ne sostengono anche il debito pubblico con questo fondo che penalizza i comuni in ordine come il nostro».
Raggi sbugiarda una falsa credenza, secondo la quale il mancato pagamento alle imprese sarebbe colpa del patto di stabilità e quindi dello Stato: «Detta con un francesismo questa è una palla. Il patto di stabilità non blocca i pagamenti, è solamente un limite giuridico a impegnare determinate somme. Mi spiego meglio: prima di andare a deliberare l'effettuazione di un'opera o di acquisire un servizio, il Comune deve premurarsi di controllare se rispettando i termini di pagamento previsti onorerà il patto di stabilità. Il torto, in buona sostanza, è di quelle amministrazioni comunali che prendono impegni che non sono in grado di soddisfare».
Dai meandri del documento contabile spicca la diminuzione del costo del personale, sceso di circa 700 mila euro rispetto ai 6milioni e 600mila del 2009. Tra gli altri dati significativi quello relativo alla Progetto Santa Margherita, la società partecipata che nel 2010 aveva fatto registrare perdite per 250mila euro: «Negli ultimi due anni chiude con un avanzo di 6mila euro - rivela Raggi -. Adesso, però, siamo preoccupati: la legge sulla spending review impone che la Progetto Santa cessi di esistere entro la fine di dicembre. Se la norma non cambierà dovremo bandire tre gare separate per la gestione di villa Durazzo, dei posteggi e degli ormeggi. Per noi questo rappresenterà un danno enorme, perché ogni soluzione sarà meno economica di quella attuale, in contrasto quindi con l'obiettivo della legge».
Unica nota dolente l'aumento della spesa corrente di circa un milione di euro rispetto al 2009, l'anno di insediamento della maggioranza targata Roberto De Marchi: «Per gran parte è dovuto alla gestione del nuovo centro di differenziazione e smaltimento di via Dogali che annualmente ci costa 500mila euro. Forse - ammette l'assessore Giovanni Battista Raggi - era meglio investire quei soldi sulla differenziata spinta».
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