Santa Margherita invasa dagli zingari

Santa Margherita invasa dagli zingari

Quando si pensa a Santa Margherita si fa viaggiare la mente sul lungomare che regala scorci da cartolina, per le spiagge dorate, attraverso la vegetazione mediterranea che ricopre le colline, per il caratteristico centro storico, teatro del via vai dei tanti turisti che visitano uno dei gioielli del Tigullio. Ma è proprio dal cuore della cittadina levantina che la fotografia paradisiaca inizia a strapparsi con la presenza di barboni ubriachi che urinano nei vicoli, che urlano chiedendo insistentemente l'elemosina, che dormono per terra, sulle panchine o davanti ai negozi dei sammargheritesi. Commercianti che ogni giorno, soprattutto nel fine settimana, devono convivere con quella che in molti hanno ribattezzato come «l'invasione degli homeless». Un potente pugno nell'occhio alla bellezza di Santa Margherita, attraversata da una mancanza di decoro schiaffata in faccia ai visitatori. E se si pensa alla grande vocazione turistica di Santa si percepisce subito la dimensione del problema. Se a ciò, poi, si aggiunge la piaga dei nomadi, protagonisti di frequenti borseggi, tanto da aver instaurato un vero e proprio clima di paura alla stazione, si assiste ad un cortocircuito che scheggia in modo netto il gioiello tigullino.
Veniamo ai fatti per capire in profondità la questione. La scorsa settimana al Santuario di Nostra Signora della Rosa, in Piazza Caprera, nel centro storico, è avvenuto un furto in sacrestia. I due ladri, che avevano sottratto un telefonino al sacrestano, sono stati riconosciuti grazie alle telecamere interne al luogo di culto, e quindi acciuffati in breve tempo. Don Marco Torre ha minimizzato, spiegando che «questi furti si sono verificati già altre volte, ma prima non si prendevano i colpevoli perché non si erano ancora installate le telecamere e per questo non si veniva a sapere del reato. I due ladri sono facce conosciute».Di tutt'altro avviso molti dei commercianti e degli abitanti della zona che vedono nel furto un'ennesima conferma delle problematiche che stanno affliggendo Santa. Al centro delle polemiche, infatti, è finita proprio la stessa chiesa che, con il centro di assistenza parrocchiale, fungerebbe da calamita per un gran numero di disperati.
«Nel fine settimana i senzatetto sono davvero tantissimi - ha raccontato Monica Guiducci che lavora nell'edicola in Piazza Caprera - indubbiamente disturbano e danno una brutta immagine di Santa. Vada a vedere lì (indica una viuzza che costeggia la parte sinistra della chiesa, ndr) quella è la “via dei bisogni”: urinano di continuo fra i motorini. Inoltre si ubriacano e urlano. Io capisco che la chiesa e i frati facciano il loro “lavoro” vestendoli e dando loro da mangiare, ma poi non lamentiamoci se i turisti scappano e si verificano dei furti».
C'è poi chi, come Fabio Casarini, titolare del bar Il Salottino, ha subito perfino delle minacce: «Un giorno mi sono trovato cinque clochard dentro il bar, ho sempre cercato di essere comprensivo con chi è povero e ha dei problemi, ma troppa accondiscendenza mi ha portato a subire perfino delle minacce da parte di due homeless sardi. Mi dissero che se non li avessi offerto il caffè, mi avrebbero dato fuoco al negozio. Il problema si ingrandisce se ai barboni si aggiungono anche gli zingari, ben più pericolosi. Anche loro girano per il centro storico. Vigili? Carabinieri? Sì, qualche volta intervengono, ma la pace dura solo qualche giorno. Poi torna tutto come prima».
Susanna Frandi della profumeria Costa: «Nel weekend assistiamo ad un'invasione. E a farne le spese sono soprattutto i commercianti che in un clima del genere hanno molte più difficoltà ad attirare clienti. Le dico solo che ogni mattina devo pulire la saracinesca che puzza di urina e togliere gli escrementi che molte volte ho trovato davanti al negozio. Siamo stufi. Ma se questo non bastasse a ledere l'immagine di Santa, provi ad andare alla stazione. Lì, di sera, c'è davvero da aver paura».
La protesta dei commercianti non si è esaurita in un classico mugugno, ma è stata portata avanti dall'Ascom, che recentemente ha partecipato ad una tavola rotonda sul problema con vigili, carabinieri, Comune e servizi sociali.


«Abbiamo chiesto un incontro perché molti commercianti erano saturi della situazione - ha ricordato Enrico Costa, vicepresidente Ascom di Santa - sul “problema zingari” ci vogliono maggior prevenzione e controllo, mentre sulla “questione homeless” regole certe. Noi per esempio abbiamo proposto che vadano a lavorare nei campi di proprietà dei frati, gli stessi che danno loro da mangiare, in modo che il pane che viene dato, se lo sudino».
(1-continua)

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