Se il Pd imparasse la cultura dei Rotary

(...) che pure gli sarebbero spettati, per di più stravincendole (chapeau); almeno una buona notizia, nelle liste liguri del Pd, c'è.
La buona notizia è che Stefano Fassina - l'uomo delle tasse del Pd, il papabile ministro dell'Economia (sic) in un governo Bersani (arisic) - stavolta non è candidato in Liguria. Cinque anni fa, invece, Fassina venne paracadutato proprio nella nostra Regione, al numero 4 del Senato, ma l'assolutamente inattesa sconfitta Democratica nella lista regionale di Palazzo Madama lo tenne a casa. Ricordo, ad esempio, che in quell'occasione fummo protagonisti di un faccia a faccia davanti alla platea di Federmanager Liguria, nell'auditorium di via Santi Giacomo e Filippo, in cui Fassina - allora stretto collaboratore di Vincenzo Visco - rivendicò con orgoglio la scelta delle tasse, concedendo al massimo qualcosa che suonava pressappoco così: «Sessantacinque nuove imposte? No, lei si sbaglia. Guardi che io ne ho studiate e proposte solo sessantaquattro».
E, nonostante il viaggio nella City di queste settimane, non pare che Stefano Fassina si sia pentito della sua linea. Tanto da essere diventato quasi il ba-bau da indicare per spaventare grandi e piccini la notte, una specie di lupo cattivo della tassazione.
Insomma, in una parola, Fassina. Lo stesso Fassina che, per polemizzare con il presidente del Consiglio Mario Monti, che offre ogni giorno centinaia di spunti su cui polemizzare, ha avuto la bella trovata di dire: «Per i livelli di reddito di coloro che ne entrano a far parte, la lista Monti somiglia sempre più alla lista Rotary».
Posso dirlo? È una frase, se possibile, quasi più grave di quella del capolista di Sel in Liguria Nichi Vendola sui «ricchi che devono andare all'inferno». Perché, chiunque di noi abbia avuto la fortuna di frequentare un Rotary, come capita a me spesso un po' in tutta la Liguria, sa che la storia è un'altra. E attaccarsi ai livelli di reddito è assolutamente ingeneroso. Perché, nei Rotary, si trova invece spesso la parte migliore della società, vogliosa soprattutto di aiutare chi ha di meno, organizzando iniziative culturali e benefiche. E lo stesso, a livello femminile, vale per i Soroptimist, di cui ho avuto la fortuna di essere ospite proprio martedì sera, trovandomi in uno splendido ambiente. Un posto in cui ero orgoglioso di essere lì.
In questo quadro, ho molto apprezzato la lettera al Secolo XIX che aveva ospitato le dichiarazioni di Fassina, firmata da Paolo Biondi, governatore del Rotary International Distretto 2032 Liguria-Piemonte, e mi piace condividerla con voi. «Evidentemente, Fassina voleva fare un commento caustico, ma mai scelta fu meno felice. Magari i nostri politici fossero tutti selezionati tra le persone motivate dall'ideale del “Servire al di sopra di ogni interesse personale” (il motto rotariano, ndr) e pronti a mettere a disposizione del bene comune le proprie capacità e, se necessario, i propri mezzi, come viene richiesto ai rotariani».
Se il crescendo di Fassina è rosso, sfumatura carminio, quello di Biondi è rossiniano: «Magari si applicassero nell'espletamento dei loro compiti con la stessa determinazione e con lo stesso spirito che ha portato il Rotary ad impegnarsi con grandi risultati in campagne mondiali, come la lotta per l'eradicazione della poliomielite. Magari i bisogni della società diventassero per i politici le priorità di cui tener conto nell'agire, come viene richiesto ai rotariani. Nonostante la sua permanenza al Fondo Monetario di Washington, Fassina si è dimostrato ignorante, nel senso che ignora che cosa è e che cosa fa il Rotary. Non sa, per esempio, che il Rotary ha un seggio permamente alle Nazioni Unite, nè che, dal 1985, grazie tra l'altro a un rotariano italiano, il Rotary (cui successivamente si sono aggiunti l'Oms e l'Unicef) ha contribuito in modo determinante alla vaccinazione contro la poliomielite di due miliardi di bambini eliminando, ormai quasi definitivamente, la malattia?».
Insomma, non resta che l'invito finale a Fassina.

«Magari sarebbe meglio la prossima volta, che si informasse, prima di voler citare situazioni o istituzioni che evidentemente non conosce». Evidentemente, Fassina non è mai stato ospite di un Rotary. Ed è un buon motivo, uno dei tanti, perché non faccia il ministro dell'Economia.

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