La «soluzione» dei guai Amt? Un nuovo sciopero il 22 marzo


Fabrizio Graffione

«Tursi non ha mai fatto ostruzionismo per la costituzione del bacino unico regionale del trasporto pubblico – ha spiegato ieri in Sala Rossa Marco Doria –. I contributi dello Stato si sono ridotti, la ricapitalizzazione dell'azienda, ammesso e non concesso che sia una strada da seguire, non servirà a granché, ma è necessaria una riduzione dei costi. Per i due terzi del bilancio pesano quelli dei lavoratori. Noi non vogliamo mettere in discussione un solo licenziamento, ma certo occorre ridurre il costo del lavoro e quelli interni all'organizzazione. La salvezza di Amt è la pre-condizione per un impegno del Comune così come l'equilibrio di bilancio. Per il 2013 le risorse destinate all'azienda saranno sostanziose, anche se purtroppo saranno tagliate da altri settori. Si sta erodendo il capitale sociale. Ricapitalizzare non è una prospettiva sana per Amt».
La data ultima è giugno. Poi il trasporto pubblico locale si fermerà. Non ci saranno più risorse per gli autobus e tutte le diverse aziende liguri non potranno che portare i libri in tribunale. Ieri la giornata di colloqui tra sindacati e istituzioni ha messo un punto fermo sui tempi pure in Regione. E mentre il sindaco Marco Doria continua a chiedere sacrifici ai lavoratori di Amt, in via Fieschi va in scena un confronto che porta il governatore Claudio Burlando e la sua maggioranza recalcitrante, a impegnarsi per una legge sulla riforma del trasporto entro la fine di aprile.
Il faccia a faccia inizia con le consuete schermaglie tra politici e lavoratori, con la litania della crisi e dei soldi che mancano. Ma quando i sindacati incalzano, dati alla mano, si scopre che la Regione non ha mantenuto le promesse fatte due anni fa. Non ha, ad esempio, convocato gli enti locali per studiare la possibilità di creare un bacino d'utenza unico a livello ligure (e quindi poi un'unica azienda di trasporto) e non ha mai neppure portato in consiglio la proposta di legge. «Non c'è accordo», ammette Burlando. «Anche la minoranza è divisa - prova a confondere le acque il capogruppo Pd Miceli -. La paura non è quella di perdere le poltrone dei consigli di amministrazione, ma che le province siano costrette ad adeguarsi a Genova». Discorsi, scuse che i sindacati mettono a nudo con numeri e documentazione.
Alla fine anche Burlando si prende un impegno: farà ingoiare alla maggioranza l'idea del «bacino unico» e la farà approvare entro fine aprile. Intanto farà pressioni sul governo (quello in carica e quello che forse nascerà), sul presidente della Repubblica e sui parlamentari, perché venga convertito in legge il decreto che restituirebbe 27 milioni alle Province liguri e vengano confermati i fondi per la cassa integrazione. «Altrimenti si chiude tutto» conferma lo stesso Burlando.
I sindacati, che si ribellano solo quando l'assessore comunale Anna Maria Dagnino prova a chiedere ai lavoratori altri sacrifici, ottengono anche la possibilità di confrontarsi con un'équipe di consulenti eventualmente incaricati di studiare la ristrutturazione del sistema di trasporto pubblico locale. Ma per ora lo sciopero del 22 marzo resta confermato.
Da via Fieschi a via Garibaldi, dove ieri il sindaco Marco Doria è stato «zittito» dalla sua stessa maggioranza dopo i tre minuti di risposta all'interrogazione dei capigruppo del M5S Paolo Putti e della Lega Edoardo Rixi.
«Insieme agli altri avevamo chiesto di discutere in Sala Rossa di Amt – ha frenato il capogruppo Idv Stefano Anzalone – ma ci era stato detto di no.

Adesso il sindaco non può parlarne da solo senza confrontarsi con i gruppi». L'assemblea è stata sospesa, i capigruppo si sono riuniti e si è deciso che fra due settimane si terrà un consiglio comunale monotematico su Amt.

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