(...) Era naturalmente il 1993 e la ricorrenza era di quelle che non si possono festeggiare con un tappo di spumante e via. Un francobollo sarebbe stato, tra tante iniziative, un modo per restare anche nella storia postale. Ma, per l'appunto, dall'Italia, il silenzio. La società aveva in programma una grande mostra a Palazzo San Giorgio e l'idea del francobollo era più che mai interessante. A trasformarla in realtà fu una storica griffe genovese, la più antica società italiana di filatelia. Il marchio Ghiglione, che peraltro «batte» in anzianità quello del Genoa di 8 anni, fece da tramite con la piccola isola centroamericana, desiderosa di dedicare al Grifone uno spazio nella propria storia postale. Non un piccolo spazio, ma un'intera serie di 14 valori, ciascuno dei quali raffiguranti le pietre miliari della vita centenaria rossoblù. Partendo da Splensley e De Vecchi, passando per De Prà, Burlando, Levratto, Stabile, Sardelli, Verdeal, Becattini, Abbadie e Meroni, per arrivare ai campioni più recenti, impersonati da Pruzzo e dagli eroi dell'Anfield Road, e sullo stesso «foglietto» lo striscione «We are Genoa» che campeggia nella Nord, concluso dalla frase «so is Italian Soccer». L'ultimo francobollo della serie, quello del valore di 15 dollari, venne stampato con lo stemma del Genoa e la dicitura «Nine times Italian Champion».
Il piccolo «miracolo» filatelico era stato compiuto e non a caso era stato possibile grazie a una storica famiglia genovese che aveva «prestato» al Genoa anche un buon calciatore come Ezio Ghiglione, papà di Piero, attuale patron della casa d'aste di San Matteo. Una famiglia che peraltro calcisticamente parlando si è sempre dimostrata bipartisan, tanto che sempre a proposito di storia filatelica, un paio d'anni prima, era stata l'artefice di un'altra serie di francobolli, dedicata in questo caso alla Sampdoria e al suo scudetto. Piero Ghiglione era deciso a non veder limitata l'attenzione delle Poste Italiane per la conquista del tricolore a un semplice francobollo. E così, volendo dedicare più spazio a Paolo Mantovani e ai protagonisti di quella stagione unica, cercò uno stato disposto a emettere altri francobolli. Riuscì a convincere il governo Nordcoreano e così oltre a Mantovani divennero «facce» da cartolina anche Mancini, Pari, Vialli e, grazie a una sorta di premonizione, persino Riccardo Garrone, ritratto mentre premiava proprio il bomber cremonese. Quella serie di foglietti (e poi di buste con gli annulli fatti in occasione di tutte le partite di Coppa Campioni) ebbe successo anche perché, si narra nel mondo filatelico, proprio Garrone li comprò in gran quantità per regalare un album con la storia blucerchiata ad ogni Sampdoria Club.
Ora è il Genoa a tornare protagonista, con una delle tante iniziative lanciate dalla società e dalla Fondazione in questo anno così importante. Ma ancora una volta, con la necessità di «espatriare». E San Marino, le cui emissioni sono molto seguite dagli appassionati filatelici, non si è fatta sfuggire l'occasione. Ai tifosi rossoblù è stata ora lasciata la possibilità di «suggerire» il simbolo più gradito per la realizzazione del francobollo, da un campione amatissimo a un angolo della città magari affiancato dallo scudetto del Genoa. Poi alcune «proposte» saranno selezionate e sottoposte a un secondo sondaggio, che deciderà cosa rappresentare nel logo.
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