Tutti per uno, uno per tutti. Tutti uniti per richiudere ogni possibile breccia nel «sistema». Tutti compatti, per difendere quel che resta di difendibile. I partiti fanno quadrato, superando le divisioni politiche, pur di evitare che prevalga la trasparenza totale in Regione sulle spese e sul modo di spendere i soldi pubblici. Quello che può sembrare strano lo è molto meno se si pensa che quando si tratta di maneggiare denaro pubblico, tutti o quasi fanno riferimento alla stessa persona. Che non è super partes, ma anzi è un dipendente del gruppo del Pd. E che pure gode di fiducia trasversale al punto da «curare» la questione contabile anche per gli avversari.
La «sorpresa» viene a galla curiosando nei documenti di altri gruppi. Ad esempio, scorrendo il bilancio preventivo del Popolo delle Libertà, teoricamente la controparte del Pd, si può trovare la voce «spese per il funzionamento del gruppo». Nel 2011, per andare nel concreto, erano inseriti in questo capitolo 35mila euro nel corso dell'anno. A cosa sarebbero dovuti servire? È scritto sommariamente accanto alla cifra: «cancelleria, francobolli, acqua, caffé, Amelotti, etc.) Cos'è Amelotti? Una marca di materiale per ufficio? No. Mario Amelotti è una persona, è l'ex tesoriere regionale dei Ds, l'uomo che ha gestito la transizione economica verso il Pd per conto del partito ligure. E che ora è stipendiato proprio dal gruppo Pd in Regione.
Conosciutissimo da tutti per la sua capacità a far di conto e per la rigorosità con la quale fa quadrare i bilanci, è senza dubbio un punto di riferimento per il suo partito. Ma cosa ci fa il suo nome nel bilancio dei «nemici» del Pdl? Soprattutto alla voce: «funzionamento del gruppo»? Una risposta «ufficiale» non c'è. Ma la sostanza è che così fan (quasi) tutti. Cioè Amelotti fa da «consulente» contabile a diversi partiti. E questo a conferma della stima di cui gode in maniera bipartisan.
Il bilancio preventivo 2011 del Pdl che fa riferimento all'ex tesoriere Ds non specifica peraltro né quale sia la cifra stanziata per Amelotti (fa parte dei 35mila generici), né se venga retribuito in denaro o se il gruppo provveda a «ringraziarlo» con qualche dono a spese del bilancio perché la sua è magari una consulenza gratuita, quasi un favore fatto in nome di un gentlemen agreement tra colleghi.
E le lodi di Amelotti le hanno tessute ieri, pur senza nominarlo apertamente, tutti i consiglieri del Pd, Claudio Burlando in testa, che hanno spiegato come «la procura abbia acquisito di fatto già il bilancio definitivo del 2012 perché era pronto fin da mercoledì scorso grazie alla solerzia di chi lo ha preparato». E proprio quel bilancio racconta di un Pd più che mai parsimonioso, visto che per l'anno appena trascorso ha dimezzato le spese non dovute al personale (che invece sono rimaste pressoché invariate e pari a 512mila euro). Cioè per quanto riguarda rimborsi, rappresentanze, consulenze, convegni e pranzi, il Pd ha speso 161.052 euro contro i 311.190 del 2011. Grazie a tali risparmi, uniti a quelli minori dei due anni precedenti, il Pd restituirà alla Regione (perché da quest'anno è obbligatorio) 145.771 euro non usati.
Il bilancio per estratto è stato consegnato alla stampa, ma ovviamente riporta solo le voci generali e non i dettagli, per i quali anche il Pd continua a negare la pubblicazione. «Le ricevute, i dettagli di spesa non li diamo per opportunità», replica il capogruppo Nino Miceli. Quindi niente atti su internet. Quelli sono riservati alla procura, che infatti non si è accontentata dei rendiconti generici forniti da tutti i partiti ma è andata a sequestrare i singoli scontrini. Anche la scelta di far controllare i bilanci da un soggetto «esterno» che dovrebbe essere sufficiente a garantire la trasparenza, si ridurrebbe alla verifica da parte di un funzionario «non politico», ma pur sempre dipendente della Regione. Burlando non ha voluto affrettare giudizi sul suo vicepresidente Nicolò Scialfa, perché aspetta «di vedere le carte anziché ascoltare i si dice circolati finora. Ognuno deve rispondere delle cose realmente fatte».
L'operazione simpatia del Pd è stata tentata ieri anche da Udc, Sinistra Ecologia e Libertà che si dice favorevole alla pubblicazione online dei bilanci (equivocando sulla differenza tra bilanci sintetici e dettaglio delle spese), e dalla Federazione della Sinistra che dice sì anche al controllo anticipato dei revisori dei conti.
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