Per il terzo anno consecutivo il Ministero della Salute ha pubblicato la «classifica» dei migliori ospedali nazionali. In particolare per la cardiochirurgia, per quanto riguarda la nostra Regione, ha reso disponibili i dati relativi ai due centri di cardiochirurgia liguri, San Martino e Iclas (Villa Azzurra) di Rapallo. Sono stati esaminati i risultati degli interventi di by pass aorto-coronarico e di sostituzione delle valvole cardiache. I dati, riportati nel numero di marzo dalla rivista Focus, evidenziano gli ottimi risultati ottenuti da Iclas, che si colloca fra le eccellenze nazionali: per i by pass la mortalità a un mese è risultata inferiore al 2%, per quanto riguarda invece la chirurgia valvolare siamo sotto il 3%. Di tutto questo parliamo con il dottor Roberto Coppola, Responsabile della Cardiochirurgia di Iclas.
Il dottor Coppola nasce a Roma nel 1958, si trasferisce a Genova dove studia all'Università della nostra città e si laurea nell'82 a 24 anni. È sposato e ha due figli. Nel 1983 (grazie ad una specie di borsa di studio) si trasferisce all'Università di Hannover in Germania, specialità cardiochirurgia, dove rimane per quindici anni fino al 1998. Rientra in Italia e inizia cardiochirurgia a «Villa Azzurra» a Rapallo, responsabile a tutto tondo.
La sua esperienza in Germania è stata decisiva per la sua preparazione professionale?
«Certamente sì. Nella scuola di specialità dell'Università v'era il professor Borst, cardiochirurgo di fama mondiale. Sono stato anche aiuto all'università di Kiev. La scuola di specialità di Hannover è la Stanford University europea, da dove escono molti fra i chirurghi più importanti a livello europeo. Ad esempio il professor Hetzer di Berlino (2500 interventi annui), e soprattutto il professor Joachen Schaefers per quello che riguarda la ricostruzione della valvola aortica. Proprio recentemente il professore è stato nostro ospite a Villa Azzurra e ha operato presso la nostra struttura».
Dottor Coppola, possiamo dire che il suo è uno dei casi in cui studiosi italiani dall'estero rientrano in Italia? Una interessante controtendenza...
«In verità dobbiamo dire che chi mi ha dato la possibilità di esercitare in Italia è stato il gruppo privato per cui attualmente lavoro. Il pubblico, almeno inizialmente, mi ha fatto un'enormità di problemi burocratici».
Oggi, per la verità si parla di «cervelli» che se ne vanno...
«Io, personalmente, aggiungo che volevo anche, come tutti i professionisti appassionati del proprio lavoro, creare un reparto dove poter esprimere al meglio la mia professionalità».
Le sembra di esserci riuscito?
«Con tanto sacrificio e tanto impegno direi di sì. Il mio Centro (qui alla Iclas-Villa Azzurra) è in testa alle classifiche nazionali per qualità di risultati. Sono dati certificati dal Ministero della Salute».
Ma cosa ha di particolare il suo Centro?
«Direi che la caratteristica principale è fare interventi sempre meno invasivi, più leggeri diciamo, quasi una micro-chirurgia, con risultati della chirurgia nazionale. Nel mio Centro si fanno interventi sulla mitrale e sull'aorta in minitoracotomia, per chi non è del mestiere, spiego che invece di un taglio sullo sterno, si fa un taglio molto più piccolo fra due costole. Questa è una tecnica che permette di operare pazienti per i quali un intervento tradizionale avrebbe un rischio elevato: pazienti molto anziani e con patologie polmonari».
Quanti siete in Italia a fare questo genere di interventi?
«Sono tre o quattro i centri che fanno la valvola aortica e una decina la mitrale».
Quanti interventi esegue, lei dottor Coppola in un anno?
«Posso fare un calcolo globale: in vent'anni circa, ne ho fatti oltre 8.000. Qui, a Villa Azzurra, circa 400 all'anno».
Dottor Coppola, oltre a questi dati molto interessanti per i pazienti liguri e non, la clinica da lei diretta ha altre caratteristiche particolari?
«Direi di sì infatti, come le dicevo, siamo stati uno dei primi centri in Italia ad iniziare ormai 4-5 anni orsono la chirurgia della valvola mitralica in minitoracotomia e ne abbiamo eseguite più di duecento, inoltre siamo uno dei 4/5 Centri in Italia e l'unico in Liguria che esegue di routine la chirurgia anche della valvola aortica in minitoracotomia. Questa tecnica permette un recupero molto più veloce e quindi è ideale in pazienti anziani o dove un intervento tradizionale con l'apertura di tutto il torace mediante stereotomia, sia ad alto rischio».
Alle volte però l'idea della «Clinica Privata» è stata associata ad interventi facili e solo per pazienti che pagano e addirittura ad operazioni in chi non ne ha bisogno.
Mi può dire qualcosa a riguardo?
«Certo, per prima cosa dico che la struttura dove lavoro è come un ospedale, infatti da sempre sia la cardiochirurgia che l'emodinamica dal primo giorno di attività sotto la mia direzione hanno dato un servizio 24 ore su 24, 365 giorni l'anno. Siamo attrezzati con terapia intensiva tre sale operatorie di cui due dedicate alla cardiochirurgia e facciamo qualsiasi tipo di intervento della cardiochirurgia dell'adulto escluso solo il trapianto. Operiamo qualsiasi emergenza dalle dissezioni aortiche ai bypass per pazienti affetti da gravi restringimenti delle coronarie e tutto con una bassa mortalità come da alcuni anni anche certificato dalle agenzie. Abbiamo un ottimo team anestesiologico con anestetista presente 24 ore su 24 in terapia intensiva che sicuramente ha contribuito a raggiungere il suddetto obiettivo di bassa mortalità e esiguo numero di complicanze, aggiungo di avere anche a disposizione la sala di emodinamica per studiare qualsiasi paziente dall'emergenza alla routine è sicuramente un ulteriore sicurezza.
Del resto direi che proprio il fatto che un grande professionista come il professor Schaefers abbia deciso di operare da noi conferma la assoluta eccellenza del Centro. Non credo infatti che un tale chirurgo metterebbe a repentaglio la sua fama operando i pazienti senza le dovute garanzie di qualità sotto ogni aspetto».
Chi viene ricoverato e operato a Villa Azzurra paga di tasca propria o vi sono particolari convenzioni?
«Devo dire che questo è un gran merito della Regione Liguria: i liguri che vengono operati da noi sono completamente a carico del sistema sanitario regionale. Iclas fa parte, in tutto e per tutto, del sistema nazionale sanitario ed è la seconda cardiochirurgia presente in Liguria».
Ha riscontrato qui a Villa Azzurra un tipo di organizzazione (al di là degli aspetti strettamente tecnici di intervento) ottimale, anche in forza delle sue lunghe esperienze europee?
«Come ho spiegato prima, il fatto che abbia accettato e da 14 anni sia fermo in questo Centro, dimostra che esistono tutti i presupposti per lavorare ad alto livello: me lo garantisce il nostro direttore generale dottor Mazzantini e tutto lo staff che opera al suo fianco».
È pensabile quindi che il suo futuro sia tutto... ligure con qualche suo nuovo progetto?
«Il progetto più significativo per me sarà aumentare la collaborazione con le altre cardiologie per ridurre al minimo la tuttora alta percentuale di pazienti liguri che si rivolgono fuori Regione per avere un trattamento, che possiamo erogare benissimo qui in Liguria, evitando quindi spese e disagi a pazienti e parenti ed anche riducendo i costi per la Regione stessa e alla fine per la comunità.
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